martedì, giugno 19, 2007

Contro tutte le violenze domestiche.

Chiunque compie violenza gratuita su un altro essere umano deve essere fermato.

CHE COS'È LA VIOLENZA DOMESTICA

La violenza domestica è quasi sempre un insieme di aggressioni fisiche, psicologiche e sessuali a cui si accompagnano spesso le deprivazioni economiche. Non sono violenza solo le percosse, le ferite o le ossa rotte, ma anche le minacce, gli insulti, i riscatti, le umiliazioni, la derisione, il prendere la persona per scema o per pazza, spesso in presenza dei figli terrorizzati, l'impedire d'incontrare i propri amici o familiari e l'imposizione violenta dei rapporti sessuali o la violazione dell'intimita' con atti di disprezzo ostentato.

Poiche' la cultura della violenza si apprende in famiglia, dal modo in cui i genitori gestiscono e superano il conflitto, questi comportamenti vengono trasferiti nel profondo della psiche dei figli. Gli esiti della violenza domestica si riflettono dunque sia sui maschi che sulle femmine, futuri adulti, segnati da un comportamento influenzato dalle esperienze di violenza vissuta, diventando essi stessi genitori violenti e/o con tendenze depressive, se le loro esperienze non saranno adeguatamente rielaborate e superate.

GLI EFFETTI DELLA VIOLENZA DOMESTICA SUI FIGLI

Assistere a episodi di violenza di un genitore contro l'altro è per il minore un’esperienza traumatica, da cui viene segnato profondamente. Può essere ferito nel tentativo di proteggere il genitore aggredito o può essere vittima diretta della violenza. In ogni caso subisce una violenza psicologica, unita a un senso di profonda impotenza, con profondi sensi di colpa.

Anche quando non viene coinvolto direttamente, il bambino o la bambina vivono nell’incertezza, nella tensione, nella paura; non capisce che cosa stia accadendo, si sente impotente e spesso pensa di avere la colpa di essere la causa implicita della violenza.

Anche se non è detto che diventerà un adulto che esercita o subisce violenza, è dai genitori che impara come muoversi nel mondo, come comportarsi con gli altri: a volte si identifica col genitore maltrattante, perché percepito più forte e tende a disprezzare il genitore soccombente; a volte si assume responsabilità da adulto, cercando di proteggere il genitore o i fratelli dalle aggressioni.

Ciascuno reagisce in modo diverso, a seconda della frequenza e dell’intensità degli attacchi, della sua età e del suo sesso, ma l’aver assistito, magari nella stessa stanza, alla violenza di un genitore contro l'altro, avrà gravi, indelebili conseguenze sul suo sviluppo emotivo e cognitivo.

Alcuni esprimono rabbia e aggressività: è così che hanno imparato a reagire ai conflitti.

Altri si chiudono in se stessi, si isolano e diventano eccessivamente passivi: è così che hanno imparato a evitare le esplosioni di violenza. Hanno problemi di sonno, disturbi dell’alimentazione, difficoltà a scuola.

Per gli adolescenti, poi, la conquista dell’autonomia e la capacità di controllare le proprie emozioni diventano estremamente difficili in un contesto di violenza familiare: i ragazzi e le ragazze possono cercare di fuggire dalla situazione e dai problemi con l’uso di alcol e droghe o con matrimoni e gravidanze precoci, o rifiutare la scuola, o comportarsi in modo aggressivo fino alla delinquenza; possono soffrire di ansia e depressione ed arrivare a pensare al suicidio.

La violenza domestica, insomma, priva i figli di un ambiente sicuro in cui giocare, crescere e vivere serenamente la propria infanzia e la propria adolescenza.

É importante ascoltare il bambino o la bambina e credere a ciò che dice.
Forse è la prima volta che parla di questo terribile segreto.
Rassicurarlo: quello che succede in casa non è colpa sua.

Aiutare e sostenere il genitore vittima di violenze:
questo è spesso un modo efficace per proteggere anche i figli.


CONSEGUENZE PER LE VITTIME DI VIOLENZA

La violenza domestica è una violazione dei diritti umani che causa profonde ferite nel corpo (violenza fisica) e nella mente (violenza psicologica) causando rilevanti danni esistenziali.

Anche i figli, spesso spettatori passivi e impotenti, restano segnati da questa esperienza traumatica: il loro diritto a vivere e crescere in un ambiente sicuro viene calpestato.

Conoscere le conseguenze della violenza domestica può aiutare a capire certi comportamenti anomali (sintomi di un PTSD post-traumatic stress disorder) che possono maifestarsi sia nell'adulto vittima della violenza che nel bambino che vi assiste impotente. Può contribuire a rompere il silenzio che circonda questo fenomeno.

GLI EFFETTI DELLA VIOLENZA DOMESTICA

Chi subisce violenze domestiche richiede interventi sanitari in misura molto maggiore delle altre persone; spesso si reca dal medico o al Pronto Soccorso a causa di traumi, ferite o ustioni, perché ha lividi, fratture, lesioni. Le donne in gravidanza possono essere particolarmente oggetto di violenza per un rifiuto ad abortire, o trovarsi costrette ad abortire a seguito di violente aggressioni fisiche.

La violenza domestica non e' episodica, ma inizia a manifestarsi con il disprezzo verbale (inizialmente in forma anche di ironia) unito a scatti di ira e insulti, con la progressiva colpevolizzazione
e la sistematica svalutazione della vittima come meccanismo di difesa da propri disagi e sofferenze psicologiche.

Progressivamente, la violenza verbale diventa sempre piu' distruttiva, tesa a
distruggere l'immagine della vittima per giustificare la propria azione violenta, che presto o tardi sfocera' inevitabilmente nella aggressione fisica vera e propria. Questo comportamento di violenza crescente e' tipico sia per violenti uomini che donne. Le vittime possono essere l'altro partner o i figli, anche disgiuntamente. Sebbene un uomo sia spesso in grado di proteggersi dalla violenza fisica femminile, non deve essere comunque sottovalutato l'effetto sorpresa o l'attacco portato in condizioni di temporanea inferiorita' fisica (nel sonno, nella malattia, con le mani impegnate, con un figlio in braccio). Ovviamente i figli piccoli sono sempre vittime di violenza, incapaci di difendersi.

Chi subisce violenza domestica vive nella paura continua di sbagliare, di dire o fare qualcosa che possa scatenare la reazione violenta del maltrattatore; la vittima si sente insicura e indifesa. Nella propria casa é perennemente in ansia per sé e per i propri figli; ha disturbi del sonno e della digestione.

Gli insulti, le offese, le umiliazioni, le minacce, che spesso precedono o accompagnano la violenza fisica, intaccano giorno dopo giorno la stima di sé. La impotenza a reagire e sottrarsi alla violenza, portano a essere passivi, incapaci di prendere decisioni, a cadere nella depressione o a pensare al suicidio; anche queste sono “ferite” che devono essere curate e che richiedono interventi specialistici e tempi lunghi per essere rimarginate.

Alcune vittime cercano di minimizzare o negare il problema; altre ricorrono all’uso di alcool o droghe per tentare di sopravvivere alla sofferenza e al dolore di una vita personale e familiare distrutta.

A tutto questo si sommano spesso danni materiali. Spesso le vittime devono frequentemente assentarsi dal lavoro o addirittura lasciarlo a seguito di attacchi particolarmente violenti o perché insultati e minacciati anche di fronte a colleghi o datori di lavoro. Non e' raro che a situazioni di violenza familiare si sommino situazioni di mobbing lavorativo, con gli esisti della violenza che si trasferiscono da casa al lavoro e dal lavoro a casa, per la particolare vulnerabilita' psicologica di chi e' vittima di violenza.

Se poi decidono di separarsi, alla sofferenza e al dolore per una relazione fallita e finita, si aggiungono le difficoltà materiali per pagare le spese di una separazione (che in una situazione di violenza può essere lunga e difficile), per far fronte a impegni economici non voluti, spesso assunti sotto minacce o costrizioni, per trovare o ri-trovare lavoro, con la certezza di perdere il tenore di vita precedente.

Ciascuna vittima reagisce in modo diverso, ma tutte soffrono della solitudine e dell’indifferenza sociale: spesso non vengono credute, perché il loro partner, fuori della famiglia, è una persona “normale”, insospettabile, perdono le loro amicizie, si sentono sole, piene di dubbi, di vergogna e di sensi di colpa.

COSA FARE PER AIUTARE LE VITTIME DI VIOLENZA

É importante ascoltare la vittima di violenza e credere a quello che dice; questo contribuisce a rompere l’isolamento. Non giudicarla e darle fiducia; questo contribuisce a ridarle forza e stima di se stessa.

Indirizzarla a un gruppo di mutuo-auto-aiuto antiviolenza specializzato; insieme ad altre vittime
potrà decidere come uscire dalla violenza e riappropriarsi della propria vita.

Esprimere apertamente la propria riprovazione nei confronti di chiunque sia violento.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Basta con le violenze in famiglia, tragicamente di genere femminile!
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200707articoli/23581girata.asp

Anonimo ha detto...

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/
cronache/200707articoli/23581girata.asp

Anonimo ha detto...

Io sono un figlio un pò cresciutello...ma le violenze psicologiche subite da bambino mi accompagneranno per sempre.
Me ne accorgo ora che,a 36 anni non posso amare nessuno,compreso mio padre che ultimamente sta rivendicando il concetto del dovere di un figlio.
ha il cancro,morirà,e vorrebbe che per incanto la famiglia si riunisse...ma è stata devastata 20 anni o giù di lì.

anonimo,disperato.