mercoledì, agosto 16, 2006

movimento per la pari genitorialita'. azione mondiale.

Quando Batman ha scalato il palazzo della regina in Inghilterra, per la prima volta nel mondo intero si e' iniziato a parlare del problema dei figli a cui viene impedito di vivere con il proprio padre naturale senza altro motivo che l'assenza di norme che tutelino un diritto fondamentale della persona. Da allora il movimento internazionale per i diritti dei figli alla pari genitorialita' ha continuato a sviluppare azioni non-violente per affermare nel mondo intero che i figli hanno diritti inalienabili - che nessuno stato ha il potere di calpestare.

Nel mese di Agosto 2006 la protesta radicale non-violenta sta raggiungendo apici non immaginabili in precedenza. Come la protesta di Ghandi ha determinato la costituzione dello stato Indiano, baluardo di democrazia nel terzo mondo, fa ora il giro del mondo l'azione determinata e pacifica di
John Murtari - un italoamericano a cui genitori Calabresi hanno trasmesso tenacia e valori spirituali necessari per difendere i diritti civili nella terra che ha dato origine alla moderna democrazia con la prima costituzione fatta dal "popolo". Ricordando i valori costituenti degli Stati Uniti d'America, John Murtari richiama il mondo intero alla difesa dei diritti fondamentali della persona, lesi sistematicamente dalle ingiustizie a cui e' soggetto il legame genitoriale nel mondo moderno.

Declaration of Independence: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty, and the pursuit of Happiness."

La societa' deve garantire in sostanza a ogni figlio di vivere in modo equilibrato con entrambi i genitori, essendo la difesa della relazione con i propri genitori un supremo diritto della persona alla Vita alla Liberta' e alla Gratificazione.
"The Family Rights Act"


Americans have always held to the tradition that "Liberty" and "Life" rights deserve our greatest protections. In response to recent government activism over the past 40 years, we must now clearly recognize our right to associate with our children, to be secure in our homes. What greater and purer "Happiness" can there be in life than the relation between parent and child.

John Murtari ex-pilota dell'areonautica USAF poi ingegnere del sofware era stato licenziato su due piedi per aver segnalato illeciti commessi dall'azienda in cui lavorava. Dopo la separazione ha continuato a dedicarsi a suo figlio, nonostante la distanza e le ingiuste condizioni determinate dal giudice. Il figlio di John era stato costretto a trasferirisi dalla parte opposta degli Stati Uniti senza riconoscere gli oneri che suo padre avrebbe dovuto sostenere per mantenere una relazione equilibrata, nonostante un genitore che impediva ogni contatto telefonico senza motivo concreto. In aggiunta, il giudice ha ulteriormente gravato John obbligandolo a pagare per mantenimento una cifra calcolata sul doppio del suo salario reale, nonostante l'altro genitore non ne avesse necessita' alcuna, essendo ampiamente autonomo sul piano economico nel provvedere alle proprie responsabilita' genitoriali.
Di fatto John non aveva alternative: o vedere suo figlio o pagare.
Svilito dai commenti - chi gli diceva "John, non farne un dramma, paga e vedrai tuo figlio quando avra' 18 anni come tutti" nonostante fosse evidente l'ingiustizia ardua da raddrizzare anche per il miglior avvocato - John prese la decisione di lottare per i diritti civili, per cambiare il sistema non solo per suo figlio, ma per garantire a tutti i figli - indipendentemente dallo Stato in cui sono nati - il diritto a vivere con il proprio genitore direttamente riconosciuto e difeso dalla amministrazione Federale degli Stati Uniti. Vogliamo che questo diritto venga recepito anche dalla Commissione Europea e dal parlamento degli Stati sovrani appartenenti all' ONU e al G12.

Dopo aver fondato il movimento "A Kids Right" e aver continuato a difendere e manifestare le idee costituenti del movimento internazionale per la pari genitorialita' - un diritto civile dei figli - John e' stato oggetto di ordine di custodia e incarcerato mese di agosto. Per l'evidente inconsistenza delle accuse e per la assurda procedura giuridica che lo pone ingiustamente accusato a doversi difendere sostenendo l'onere della prova della propria innocenza - un gravissimo sopruso della liberta' - John genitore scrupoloso ha deciso di portare avanti una protesta radicale, rifiutando di obbedire agli ordini che non rispettano il diritto fondamentale della persona, praticando una resistenza non-violenta di totale passivita' nei contronti della prevalente autorita' pubblica.

John e' stato sollevato di peso e tradotto in carcere dove finalmente ha costretto chi ha la responsabilita' della sua vita a nutrirlo via cannula, essendo la sua azione di protesta fondata sul rifiuto di mangiare e di bere direttamente con una azione volontaria. In sostanza John vuole manifestare il totale e radicale rifiuto del sistema attuale, al quale non puo' e non vuole fornire la benche' minima cooperazione, consideramendolo distorto e contrario ai diritti del minore dalle sue fondamenta.

Nel mondo si sta sviluppando una ola di solidarieta' al pensiero e alla protesta di John Murtari, facendone l'icona mondiale della pari genitorialita'. Da una prima forma di protesta "coreografica" per fare notizia attivando il dialogo, ora la pari genitorialita' sta diventando un movimento ben radicato in tutto il mondo, riunendo tutte le associazioni per i diritti civili in una piu' matura e profonda battaglia per muovere tutte le persone che hanno responsabilita' istituzionali o in grado di comprendere e risolvere le contraddizioni di un sistema che palesemente non funziona, per dare garanzie sostanziali ai minori.

Questo il messaggio dal carcere del 15 agosto 2006 con il quale John invita tutti i sostenitori a mantenere e sviluppare un dialogo pacifico fondato sull'amore per i figli.

Portare tutte le persone di buona volonta' a discutere e riflettere in modo approfondito e documentato sulla attuale ingiustizia e' il modo migliore di contribuire alla crescita mondiale del diritto.

Grazie John per il tuo sacrificio e per la serenita' pervasiva del tuo messaggio di azione. Invito tutti ad aderire all'appello di Teri Stoddard in sostegno di questa manifestazione mondiale.

Teri Stoddard continua a diffondere alla stampa mondiale tutte le informazioni sulla battaglia civile per la pari genitorialita'.

"Please participate in the worldwide Day of Demonstration for Equal Parenting and Vigil for John Murtari. Whether you're one individual or an entire organization, everyone can make a difference."

Purple Ribbon Campaign for Equal Parenting

Come gesto di solidarieta' e' sufficiente fare una foto a un monumento o un albero a cui mettere un fiocco viola, per poi spedirlo a
teri stoddard
mailto: teri *at* akidsright *punto* org

john murtari on internet websites
teri stoddard
http://mensnewsdaily.com/2006/08/03
http://www.akidsright.org/support_jm.htm
http://disenfranchisedfather.blogspot.com/2006/08
http://www.ancpr.org/john_murtari_protest_lands_him_i.htm
http://www.associatedcontent.com/article/52668/john_murtari_receives_feeding_tube.html
http://albanysinsanity.com/?p=346
http://ancpr.com/blog/archives/402
http://groups.google.co.za/group/alt.support.divorce/browse_thread/thread/4b742736a26b5610/890db53e8e47cecf?hl=en
http://www.liamsdad.org/others/mutari/mutari1.shtml
http://www.associatedcontent.com/image/16364/john_murtari_receives_feeding_tube.html

domenica, luglio 16, 2006

avvocato spara sui carabinieri

Sara' il caldo, sara' che l'Italia ha ormai la testa nel pallone, ma certe notizie che passano sui giornali l'estate sono a meta' tra l'esilarante e il tragico, nello stile grottesco di un mondo rovesciato. Questa e' bella: un avvocato denuncia un carabiniere per avere fatto il suo dovere e diffama l'arma a mezzo stampa. Non contento, descrive al giornale una situazione che denota un suo probabile coinvolgimento in un mobbing genitoriale, ovvero l'aver indotto un suo cliente a violare la legge. La sintesi del titolo del giornale, poi, "Carabiniere lo aiuta a rapire il figlio" e' praticamente un procurato allarme. Mah!

Leggiamo la notizia: "Sarebbe potuta essere una delle tante storie di bimbi contesi... ma c'e' un particolare che se provato getterebbe una luce sinistra sull'intera vicenda." E su questo credo che non vi possano essere dubbi, anche se in direzione completamente opposta a quella immaginata dall'inconsapevole redattore de La Stampa.

"Stefano sarebbe stato rapito dal padre con l'aiuto di un carabiniere."

Uhm, un padre che rapisce il figlio? Ma a chi se lui e' il padre??

"Tramite l'avvocato Carmelo Sorace, Patrizia F. e la figlia Manuela L. hanno denunciato alla magistratura un episodio che ha dell'incredibile. Da circa un anno Manuela stava cercando di ottenere la separazione dal marito."

Effettivamente e' incredibile: di solito ci vanno cinque minuti a uscire di casa per non farvi piu' ritorno... diciamo una settimana per preparare i bagagli, forse un sei mesi per fare le carte con l'avvocato.

"La scorsa settimana era finalmente riuscita a depositare in Tribunale il ricorso di separazione. Da mesi inoltre se ne era andata di casa e viveva con il piccolo Stefano a casa della madre."

Ah ecco, volevo ben dire: era separata di fatto da mesi. Tanto l'abbandono del tetto coniugale e' depenalizzato e chi ci pensa piu' ad attendere l'udienza presidenziale che autorizza i coniugi a vivere separati. Ovviamente, come da manuale, anche il figlio era stato suo malgrado portato a vivere nella nuova dimora della madre, con buona pace della necessita' di tutelare il bene del minore, avendo cura che possa rimanere nella casa dove e' sempre vissuto anche quando i genitori si separano e la famiglia si sfascia. Ma sono attenzioni di un mondo di altri tempi.
Del resto la casa di un bambino e' ovunque viva un suo genitore.

"Mercoledi' scorso il padre del bambino si presenta a casa della suocera, accompagnato da un militare dell'arma, che raccoglieva le generalita' della donna e chiedeva di vedere il minore. A quel punto il padre del bambino ha preso Stefano per mano e l'ha fatto salire in macchina."

Ohiboh! E dove l'avra' portato? Povero bimbo, in qualche remota grotta dell'Aspromonte?
Ma va! Ma dove vuoi che lo potesse portare? Lo ha riportato a casa sua. Strano come rapimento vero? Qui l'articolo comincia a perdere il pathos della tragedia per assumere i toni della commedia all'italiana nello stile del miglior Peppino De Filippo, per non nominare invano Toto'.

"Poche ore dopo Manuela si e' precipitata con la madre sotto casa del marito [cioe' a casa della famiglia e del figlio] e ha fatto intervenire una volante del 113. Nonostante l'intervento della Polizia, il padre si e' rifiutato di restituire il figlio alla madre."

Ora vien da chiedersi, per quale motivo il padre si era dovuto recare con un carabiniere a casa della suocera per vedere suo figlio e per riportarlo a casa sua? Visto che da diversi mesi la moglie era tornata a casa da sua madre, viene il sospetto che probabilmente il padre potesse avere qualche difficolta' nel vedere suo figlio, altrimenti lo avrebbe potuto portare a casa sua in ogni momento, senza ausilio della forza pubblica. Viene anche il sospetto che il giornalista non sia molto edotto in diritto di famiglia, essendo obbligo dei coniugi sopratutto quando hanno figli, vivere congiuntamente sotto lo stesso tetto assieme alla prole. Se la madre si era allontanata dal tetto coniugale gia' da mesi, negando al figlio la possibilita' di fare ritorno a casa propria, sarebbe un eccesso di fiducia, per non dire un atto di palese irresponsabilita' quello di lasciare il figlio ancora nelle mani della madre, prima di un pronunciamento del giudice.

Esiste infatti una legge dello stato - che i carabinieri hanno il dovere di far osservare - che recita testualmente:

Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.

Quindi la madre, non aveva nessun diritto di portare il figlio con se a vivere a casa della suocera prima della disposizione del presidente del tribunale che autorizzi i coniugi a vivere separati. In ogni caso, anche fosse gia' stata autorizzata, avrebbe dovuto consentire al figlio di vivere in modo equilibrato con entrambi i genitori, mentre evidentemente e' stato necessario l'intervento della forza pubblica per consentire al figlio di fare ritorno a casa sua.

In effetti, con la vecchia legge, questa era un'usanza molto praticata dagli avvocati per impedire l'accesso ai figli in modo che, presentando all'udienza presidenziale una situazione di fatto gestita dalla madre, il giudice potesse disporre l'affido esclusivo alla madre plenipotenziaria con minimi orari di visita al padre, cosi' come venivano "concessi" dalla madre.

Era infatti consuetudine che gli avvocati consigliassero di non far vedere troppo i figli al padre, perche' il giudice sarebbe stato piu' incline a dare un affido esclusivo con periodo di visita minimo quanto piu' restia fosse stata la madre a consentire la frequentazione dei figli. La deriva di questo stato di fatto ha creato non pochi problemi di mobbing genitoriale, con figli che venivano praticamente condizionati a fare a meno del padre, per arrivare a odiarlo nei casi piu' gravi.
Diffondendosi nell'opinone pubblica, era frequente consuetudine sentire di madri che se ne andavano di casa con i figli: "ci separiamo e me ne vado, e i figli non li vedi piu' altrimenti che separazione sarebbe?"

Ben sappiamo quanta gente sia morta di dolore per questa situazione che certo non e' quella piu' serena per i figli. Ben sappiamo che queste situazioni - che prevedevano l'affido esclusivo - erano causa di inasprimenti di conflitti, di padri che non riuscivano piu' a vedere i figli e nei casi estremi anche causa di 100 morti ogni anno.

Finalmente questa nuova legge smaschera apertamente il mobbing genitoriale. Infatti, leggendo tra le righe si puo' osservare una sottile incongruenza:

"Da circa un anno Manuela stava provando ad ottenere la separazione [consensuale] dal marito... da mesi se ne era andata di casa e viveva a casa della madre con il piccolo Stefano... vista l'impossibilita' di raggiungere un accordo la settimana scorsa era finalmente riuscita a presentare il ricorso per la separazione [giudiziale]."

Dunque lei se ne era andata via di casa senza accordi e anzi l'avvocato stava ancora "cercando un accordo" ma nel frattempo impediva al figlio di vivere con il padre. Viene da chiedersi chi ha fatto la "sottrazione di minore"? In effetti mercoledi' della scorsa settimana il padre si presenta con un carabiniere che chiede le generalita' e chiede di vedere il minore. Sempre la scorsa settimana il legale deposita una istanza di separazione, dopo mesi che la madre si era di fatto allontanata da casa senza alcuna autorizzazione, trattenendo il minore. Il carabiniere ha rilevato la situazione e reso edotta la madre delle leggi vigenti, secondo le quali lei non aveva autorizzazione a vivere fuori casa e men che meno a trattenere il figlio. Il padre ha preso per mano suo figlio e lo ha riportato a casa. Dove sta la violazione di legge?

Leggiamo qualche definizione: 605 Sequestro di persona

Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso:
1) in danno di un ascendente, di un discendente (c.p.540;) o del coniuge;
2) da un pubblico ufficiale (c.p.357), con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni

"Questa e' la versione delle due donne che ieri mattina hanno presentato una querela per sottrazione di minore e abuso d'ufficio tramite l'avvocato Carmelo Sorace."

Sarebbe la prima volta che un reo e il suo avvocato si autodenunciano con un esposto!

mercoledì, luglio 05, 2006

La Pace sia con voi.

bensvegliati! eravate in vacanza eh?
anche mia figlia, partita lunedi'... senza manco avvisare, ovviamente.
tanto il "diritto di visita" e' facoltativo. il padre non e' necessario. ma come fai a dire ste cose?
che se i figli avessero un padre a fianco alla madre sarebbero divisi? sarebbero contenti.
anche solo pochi momenti in cui mia figlia ci ha visti insieme, quella e' la vita.

ma tu ti rendi conto di come possono soffrire in silenzio i bambini?

Bernardini Pace tu che vuoi mettere la croce sopra al papa', vuoi dirmi che se mamma e papa' fossero assieme al mare i figli starebbero male?

come mai quando siamo in mezzo alla gente sembriamo una mamma e un papa' perfetti, molto meglio di tanti, al punto che a scuola ci fanno il tifo per tornare assieme...
almeno cominciare a fare alcune cose con nostra figlia... lasciarla libera di vivere.

si parla, ci si fa qualche cortesia, poi d'improvviso rimanda tutto, nel tempo e all'avvocato. con i bambini ci vuole amore bernardini. amore con i bambini e con le mamme. un avvocato non sa dare amore, non sa neppure il significato della parola. le mamme si appoggiano a un avvocato perche' cosi' risolveranno tutti i problemi.

peggio di wanna marchi. i problemi, se li lasci dove sono non si risolvono e solo mamma e papa' li possono risolvere, non il rimando, non il rinvio. non la violenza di separare il padre.

voi non dovete promettere di agire, non siete fantasie. siete pietre.
goccie che giorno dopo giorno scavano, uccidono, distruggono.
voi non risolvete i problemi ma fate teatro. arte.

risolvere i problemi significa trovare soluzioni.
spaccare tutto in modo violento o rimuovendo, non risolve. incrosta.

certo tu non leggerai questo blog e probabilmente non avrai mai a che fare con noi come clienti, perche' comprendo bene che i tuoi clienti, chi ha i soldi, non ha mai problemi.

paghi, ti accordi. bel business vero?

che problemi hai? telefoni a Gente, annunci la separazione, e hai un servizio che quasi quasi conviene separarsi e poi rimettersi assieme.
alla fine ti pagano per fare la press agent...

chi nega l'amore ai bambini e' gia' morta dentro.

rifletti sulle parole, sulle azioni, che sono coltelli che scendono nella carne dell'anima di bambini. hai mai parlato con una figlia di separati? lo sai che stiamo privando i nostri figli della gioia piu' bella? di ricevere amore da mamma e papa' nella loro infanzia?

pensaci, pensateci, perche' la vostra violenza e' lenta.

lentamente riaffiora, a distanza di anni, seccando la vita.
quanto dolore avete causato, esasperato? per cosa? soldi putridi che stringete in mano, come quelli dello spacciatore, che vende la droga.

la droga delle famiglie. il sogno della liberta'.
l'aridita' e la morte che deriva dal vostro lavoro la vedi nel tempo.

non fare finta di non guardare.
guardati allo specchio negli occhi e vedrai mia figlia.
guardati allo specchio e guarda attentamente, vedrai i bambini che piangono, che chiedono solo la mamma e papa' vicini, amore.

guardati allo specchio. cosa vedi?

venerdì, giugno 23, 2006

La Testimonianza più dura

Questa foto e' il ricordo bellissimo di un padre e di un bambino, suo figlio, che siede sulle spalle del suo papa'. Questi momenti che la vita ci offre quando ci dona un figlio che sappiamo accogliere e crescere come altri hanno fatto con noi, ci rendono padri. Quel bambino stava felice sulle spalle di un padre, che non desiderava altro che fare il padre e donarsi al figlio. Quel padre e' Antonio Faccini, carabiniere e servitore dello Stato, che chissa' quante volte avra' avuto paura di non poter fare ritorno a casa, da suo figlio. Come tutti i Carabinieri, anche Antonio era un uomo e aveva paura. Cosa sia avvenuto perche' lo Stato abbia deciso di tradire la fiducia di Antonio, togliendogli il figlio, impedendogli di fare il padre e' da analizzare nel dettaglio. Noi tutti vogliamo sapere.

Vogliamo sapere perche' quel padre sorridente sia entrato in cura per una depressione. Vogliamo sapere perche' dopo 18 mesi di cura anti-depressiva, Antonio stava ancora male. Vogliamo sapere perche' la madre del bambino che Antonio amava non voleva piu' il padre accanto al figlio, ne impediva le frequentazioni e minacciava il padre di togliergli la patria potesta'. Vogliamo sapere perche' quel giorno una mano che aveva stilato un'istanza per attuare in giudizio quel desiderio, abbia poi messo nel fax mandandola ad Antonio Faccini una comunicazione asciutta che lo informava dell'inizio del procedimento per eliminarlo come padre.

Vogliamo sapere cosa puo' accadere nella mente di uomini e donne quando rifiutano di ascoltare il cuore e dal dono di se incondizionato per un figlio, passano all'odio, al risentimento, alla distruttivita' che di azione in reazione porta a una spirale di morte che fa 100 vittime ogni anno. Noi vogliamo sapere perche' nessuno sa fermare questa morte, questa assurda spirale di violenza. Noi vogliamo sapere per quale motivo la violenza psicologica sia tollerata.

Questa e' la testimonianza di uno dei tanti casi che non trovate mai sui giornali, perche' con la sua richiesta di perdono Antonio Faccini risveglia la coscienza e ci chiama in causa, tutti.

Perche' non abbiamo fatto nulla per prevenire questo e tanti altri drammi, tragedie annunciate?
Per quale motivo si e' perso il sacro rispetto per il padre e per la madre? Per quale motivo nessuno pensa di dare ascolto a chi e' vittima della violenza psicologica, per sostenerla e spezzare la spirale di accuse con cui, attuando una forma genitoriale del mobbing, si aliena un padre? Come avviene il mobbing genitoriale e in che modo si passa da un desiderio malsano di una singola persona alla persecuzione di un mobbing verticale di stato, che distrugge chi non ha risorse per sopravvivere?

Se volete avere risposta, come noi che pretendiamo sia fatta luce e vogliamo sapere, fatevi sentire. Un caso analogo e' stato documentato in un rapporto Eurispes, Il caso Galoppo.

lunedì, maggio 29, 2006

nascita, morte e rinascita. l'esempio del padre leone.

Il riferimento al leone di questo articolo di Luigi Crema su effedieffe, mi ha fatto rendere conto che da sempre il leone e' stato il costante gioco fatto con mia figlia da quando aveva appena un anno, alternandoci assieme nel ruolo di preda e cacciatore, con ruggiti e facce spaventate, talvolta allo specchio per renderci conto delle nostre espressioni insieme. L'immagine del leone e' sempre la piu' amata da mia figlia, assieme al delfino, che abbiamo assieme eletto per il compito di proteggere i bambini in assenza del padre. Le immagini dei leoni, filmati e documentari dei leoni, insieme ad altri animali sono il suo riferimento costante. Il lupo di cappuccetto rosso, la strega di biancaneve e il drago sono il simbolo di ogni paura, affrontata con coraggio per mandare via il lupo con un ruggito o con un pugno sulla testa, o per battere in ritirata scappando piu' veloce del drago. Infine la scoperta del film il re leone ha dato il primo senso della morte e della rinascita del padre nel figlio, che vedeva il padre in se, che lo richiamava a ricordare la sua identita' e quindi a seguire il suo esempio. La menzogna, la manipolazione, lo sconforto, il senso di impotenza e di colpa vengono infine vinti da Simba che fara' rivivere il regno seguendo le orme di suo padre Mufasa, sempre in lui e vicino a lui in cielo.

Mi accorgo ora che "il re leone" e' una favola cristiana discepola del selvatico.

Il padre perduto
Luigi Crema
28/05/2006

La prima causa di abbandono della religione, soprattutto tra i figli maschi, sembra essere l'assenza di una figura paterna che abbia loro dato l'esempio di una fede forte e matura.

Le statistiche dicono che se un padre non frequenta la chiesa, solo un bambino su cinquanta frequenterà la chiesa da adulto, indipendentemente da quanto ci vada la madre.

Se il padre la frequenta regolarmente, da due terzi a tre quarti dei loro figli la frequenteranno regolarmente, indipendentemente da quanto lo fa la madre. (1)

Tale dettaglio, derivato da una statistica condotta sulla popolazione svizzera, è il punto di partenza per scoprire fatto dopo fatto cosa sia successo a tale figura, quella del padre, nel corso degli ultimi secoli e quali ne siano le conseguenze attuali nella crescita di un bambino e nella formazione di un adulto maschio.

Parto da oggi, dai nostri tempi.

Viene sempre tirata in ballo la crisi del maschio, dell'uomo adulto, reso debole dopo la rivoluzione femminile. Decontestualizzato, privato della sua funzione e spesso succube del mondo femminile aggressivo, in realtà trae la sua debolezza da un diverso contesto.

Non è l'uomo in quanto tale che si è improvvisamente indebolito, è l'uomo privo di padre che ha perso i riferimenti essenziali per il suo processo di crescita. E' l'uomo che non trova più un uomo a formarlo che perde significati e formazioni che non troverà più nella vita, lasciandolo senza direzione nel mondo caotico, urbano, consumista (etc…) moderno.

Il problema a cui si ricollega tale evento, ben noto a livello di indagine sociologica, è la disgregazione della famiglia, iniziata alcuni secoli fa proprio con un attacco alla figura maschile.

L'uomo per secoli ha avuto un ruolo ben definito all'interno del nucleo famigliare, in particolare nella figura essenziale del padre.

Scrive Claudio Risè (2): «… la figura paterna porta nella vita dell'uomo una direzione, realizzata attraverso la rinuncia al caos, alla 'dismisura', al male».
Senza il padre, il figlio maschio non viene più iniziato alla vita, non apprende una conoscenza e un modo di rapportarsi alla vita che non recupererà mai più dal contatto con le femmine. (3)
Qual è l'età dell'iniziazione?
Verso gli otto anni.
In questa età il padre ha il ruolo di organizzare e dirigere le energie del bambino.
Dovrebbe in maniera allegorica prendere il figlio sulle sue braccia strappandolo da quelle della madre per elevarlo su una dimensione verticale, verso l'alto, verso il cielo, togliendolo dalla sua orizzontalità che lo lega e lo vincola alla terra.
La croce è una bella rappresentazione dell'unione di queste due dimensioni di sviluppo umane.

Quali sono gli insegnamenti che il padre solo può dare al bambino, qual è il suo ruolo formativo? Quando il bambino inizia una relazione con il padre, scopre di non essere onnipotente, scopre di avere dei limiti, di dover sottostare a delle regole a volte penose, ma assolutamente necessarie. L'accettazione di tali regole, il più delle volte dolorosa, libera però il bambino dall'ansia (4).

Questa ansia rischia di sfociare in una irrequietezza che porta il bambino a manifestare un disagio esterno apparentemente di rabbia, di aggressività, di incontenibilità emotiva, di tensione.

In realtà la sua ricerca inconscia è per una norma, un limite che gli venga posto e che lo riappacifichi internamente.

Definirei tale norma «la direzione paterna», un insegnamento fra i più grandi che viene trasmesso da uomo a uomo.

C'è qualcosa per cui il bambino subisce l'influenza dell'insegnamento del padre.

Come già accennato in apertura, il padre determina la relazione del bambino con il sacro, con Dio. Il padre naturale inoltre, quale rappresentazione del Padre Divino, oltre che assicurare al figlio la sua provenienza, la sua origine sicura, offre al figlio la libertà.

Questa libertà è la sensazione di respirare un'aria libera, priva di mura, di vivere in uno spazio aperto, in cui iniziare a sperimentare e a provare attraverso i giochi quelle che diventeranno le doti e le abilità dell'adulto.

Molto altro e a profondo livello educativo ci sarebbe da aggiungere sul ruolo formativo del padre, che non possiamo trattare in maniera completa e profonda in questo articolo.

C'è stato un momento nella storia, dopo una stabilità durata millenni, in cui l'uomo ha perso il suo ruolo di padre, in cui ha subìto il primo attacco mortale da cui in seguito non si è più ripreso.

Tale momento è la riforma protestante e il Luteranesimo.
Lutero è stato il primo distruttore della famiglia in quanto unità terrena e materiale riflesso di un'unione spirituale divina. La famiglia cristiana non trovava più una sua dimensione unica sulla terra, ma veniva smembrata fra competenze religiose da un lato e competenze civili dall'altro.

Il matrimonio smetteva di essere un'unione religiosa, ma iniziava ad essere un'istituzione civile. Inoltre molti aspetti formativi del maschio (tra cui anche l'esclusività del sacerdozio) furono passati anche alla donna, con una perdita di significati che l'umanità ha cancellato dalla memoria e di cui non è più consapevole.

E' stata improvvisamente cancellata dalla storia la figura di Giuseppe, silenzioso educatore e formatore del bambin Gesù. Figura di equilibrio essenziale, di gesti significativi; il riscatto del figlio al tempio con l'offerta delle colombe, l'insegnamento dell'abilità manuale, il vivere internamente la dimensione della sofferenza, nell'accettazione umile della vita e nella trasposizione verso l'esterno di un equilibrio umano simbolo di forza e temperanza.
Tutto perduto e dimenticato!

Il resto l'hanno fatto la Rivoluzione Francese, la Seconda Guerra Mondiale e la nascita del femminismo nella seconda metà del secolo scorso.

Tutti passi organizzati, tutti passi voluti e determinanti nel loro insieme per la scomparsa del padre.

La multinazionale dei divorzi dei giorni nostri, come viene definita, ha e sta operando una vera e propria distruzione e frammentazione della società, attaccando in ogni modo la figura del padre, umiliandolo, infliggendogli ferite da cui difficilmente riesce a risollevarsi.

Del resto, nella sua emarginazione l'uomo maschio perde sempre di più il suo midollo, si scopre timoroso nei confronti del sacrificio e del dolore, desideroso di una giacca e cravatta e di un ufficio pulito e ordinato in cui passare la maggior parte del suo tempo!

Dov'è finito il maschio che da un lato annusa la preda nella sua figura di cacciatore sentendone la vicina presenza e dall'altro si ferma estasiato davanti ai colori di un tramonto, sentendo dentro di sé che qualcosa di più grande di lui lo sta circondando?

Dov'è colui che nell'uscire da casa, dal proprio nucleo famigliare, era consapevole dell'importanza del suo sacrificio per la sopravvivenza della famiglia, abile nel trovare la direzione, sia fisica che spirituale per sé, la moglie e i figli, addestrato per millenni a questo ruolo, direi intrinseco nella propria natura?

No, siamo degli animali in cattività!

L'uomo è morto come uomo nel momento in cui suo padre non è più stato accanto a lui da un certo momento della sua vita in poi.
Ma vi sentite come parlate?

Effeminati, gay nella carne anche senza esserlo nella mente e negli ormoni!
E i vostri figli? Li avete mai guardati quando tornate dall'ufficio o dal lavoro?
C'è un bagliore impercettibile nei loro occhi appena entrate in casa, un qualcosa nel profondo dei loro occhi e della loro percezione che cerca qualcosa.

Dura un istante, poi rimangono solo i sorrisi, gli scherzi, i giochi o i capricci , gli isterismi, i pianti. Qualcosa, dopo il primo istante, si è spento, si è chiuso.
Quello che nel loro profondo percettivo cercavano perché ne avevano vitale bisogno, in realtà non l'hanno trovato: un padre, un maschio, un istruttore di vita! (5)

Luigi Crema

Note
1) W. Haug e P. Warner, «The demographic characteristic of the linguistic and religious groups in Switzerland», Neuchatel, in volume 2, Population studies, numero 31 e W. Haug e P. Warner, «The demographic characteristics of national minorities in certain European States», Council
of Europe, Directorate General III, Social Cohesion, Strasbourg, 2000.
2) Claudio Risè, «Il padre assente inaccettabile», San Paolo.
3) Si consideri che la percentuale degli insegnanti donna nella scuola elementare, nell'età in cui i bambini dovrebbe partire con l'iniziazione maschile, in Italia è del 94,6 %.
4) Confronta Claudio Risè, «ibidem», pagina 25.
5) Qualche tempo fa ho fatto un incrocio di numeri, casuale diranno i più, ma che mi ha fatto molto riflettere. Leggevo che un leone, allo stato naturale, vive circa 12-14 anni (il maschio) e può arrivare a 24 anni in cattività. Ho avuto un breve lampo: «tutti noi siamo in cattività», la nostra vita si allunga, viviamo più a lungo mediamente, come i leoni in cattività.


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