sabato, giugno 23, 2007

privato della figura paterna per sempre

Il Messaggero

Tredicenne sottratto illegalmente dalla madre per due anni urla al padre: don't touch me.
Affidato alla madre che lo nascose

GENOVA (21 giugno) - Resterà in Italia con la madre il tredicenne conteso dai genitori separati statunitensi: lo ha deciso stasera il tribunale dei minori dopo sei ore circa di camera di consiglio. Esattamente la soluzione che Max (questo il nome del ragazzo) voleva e che ha ripetuto oggi davanti al padre e a una giudice psicologa in tribunale. In precedenza, la giustizia americana aveva affidato il ragazzo al padre, Adrian H.. La madre, Suzanne Branciforte, che si era trasferita in Italia e aveva tenuto nascosto il figlio per 10 mesi per non doverlo riaffidare al marito, si era appellata al tribunale dei minori di Genova. Il tribunale, però, aveva avallato la decisione dei magistrati Usa, sottolineando di non avere titolo per esprimersi su una causa riguardante cittadini stranieri. In seguito, il 17 aprile scorso, la Corte di cassazione aveva rinviato gli atti al tribunale dei minori di Genova, stabilendo che ascoltasse l'opinione di Max, che compirà 14 anni a settembre, sul suo affidamento.

Oggi, finalmente, il ragazzo è stato ascoltato per due ore: e non c'è stato alcun dubbio su quali fossero le sue preferenze. «Don't touch me» ha gridato il tredicenne al padre Adrian H. (venuto a Genova dal Massachussets su convocazione della magistratura), e poi glielo ha ripetuto alla presenza di una giudice psicologa, con il collegio del tribunale dei minori ad assistere al di là del vetro. Il ragazzo ha detto chiaro e tondo a tutti i magistrati che con il padre non vuole tornare, soprattutto a causa della seconda moglie di lui e dato che nel frattempo la nuova coppia ha anche una figlia.

«Anche i bambini hanno diritti e vanno ascoltati. In questa vicenda l'ascolto è stato fondamentale - ha detto Suzanne Branciforte, stringendo commossa il figlio - La lezione di oggi è che i ragazzi, i minori vanno ascoltati, è una forma d'amore, così i problemi spariscono. Il Tribunale ha sentito il ragazzo in maniera precisa. Si vede dai risultati». L'avvocato Figone, che ha assistito Suzanne Branciforte, ha aggiunto che «il tribunale dei minori, giudicando la situazione complessa, molto articolata e da approfondire, con un provvedimento di otto pagine ha deciso che il male minore in questo contesto e in questo momento per Max sia quello di rimanere in Italia».

«E' una grave sconfitta per lo stato di diritto, e una vittoria per i genitori che pensano di fare dei figli la propria appendice»: è tranchant il giudizio dell'avvocato Isabella Oderda, legale del padre di Max, Adrian H. «La decisione non è quella che ci aspettavamo - ha aggiunto Oderda - D'altra parte il tribunale ha stigmatizzato l'azione della madre che dal dicembre del 2005 ha impedito a un padre di vedere il figlio, arrivando a nasconderlo dal giugno dello scorso anno. Agli occhi del bambino la madre è diventata il bene assoluto e il padre il male assoluto: si può parlare di vero e proprio plagio. Il Tribunale alla fine ha ritenuto che il male minore per il ragazzo sia restare in Italia, anche se così viene di fatto privato della figura paterna per sempre. Un ricorso in Cassazione? Non abbiamo ancora deciso».

L'esito della sentenza è stato annunciato dall'avvocato della donna, Alberto Figone, che ha detto: "E' una vittoria per tutti i bambini".

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ammazziamoli tutti i padri, prima che infettino con lo sperma le sacre madri di giustizia. anzi, sterminiamo i maschi nella culla, prima che diventino pedofili, violenti e pure drogati.

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