giovedì, giugno 28, 2007

notizie su giuseppe, il nostro bambino

notizie su giuseppe, il nostro bambino | Franca Rame Senatrice

Come faccio a raccontarvi tutto quello che è avvenuto da quando ho pubblicato la prima lettera che parlava del bimbo Giuseppe anni 6? Cerco di sintetizzare. Parlo con un amico di Firenze, Ugo, che mi consiglia di rivolgermi al vicesindaco.
Telefono al vicesindaco, gentilissimo, l’ho metto al corrente della vicenda che già conosceva. Mi dà il cellulare di un assessore. Ci ho parlo… ma è evidentemente “dall’altra parte”.
Mi ha anche mentito. Quando ho detto - come si fa a tenere un bimbo di 6 anni con ragazzi più alti di lui, è pure illegale – mi risponde: “Il bambino non è più in quell’istituto ma presso una casa famiglia” - “Vorrei vederlo, vengo a Firenze domani, se vuoi puoi venire con me.” “Molto volentieri, ma domani non ci sono, ci sentiamo venerdì e andiamo insieme.” Ma non chiamato. Ne l’ho cercato. Non mi interessava più. Da mie informazioni il bimbo non era stato spostato. Era sempre lì, con i ragazzi grandi.
Ho chiesto aiuto alla Fondazione Caponetto (INDIMENTICABILE NONNO!), ho parlato con il mio caro vecchio amico Salvatore. Mi ha dato un riferimento telefonico di persona che avrebbe potuto interessarsi alla vicenda ed aiutarmi. Le ho parlato. La chiacchierata è stata positiva. “Ci sentiamo domani”. Mi adormento tardi, piena di speranza. L’indomani non la sento. Invio sms. Mi risponde: “Mia figlia sta partorendo… ti telefonerò…”
Il bimbo è nato oggi. Non me la sono sentita di disturbarla.
Ho parlato più volte con il padre di Giuseppe. Anche con la psicologa che segue il bimbo da due anni, persona di livello umano “superiore”.
Telefonate su telefonate.
Ho sentito almeno dieci amici fiorentini. Tutti si son dati da fare. Ma nessuno è stato in grado di comunicarmi dove si trovi G.
In tutto questo periodo son dovuta stare inchiodata a Roma. Impossibile partire per Firenze. (Tutti i giorni si vota. Più le commissioni). Se avessi avuto la possibilità di muovermi mi sarei precipitata a Firenze, presentata in tribunale, o in prefettura e come senatrice avrebbero dovuto darmi l’indirizzo.
Ieri sera ero fuori dalla grazia di Dio. Avevo addosso un senso d’impotenza insopportabile. Mi viene un’idea. Chiedo a Dario se è disposto a raggiungermi a Firenze e fare una conferenza stampa davanti al tribunale. Entusiasta! OK.
Questo forse è qualcosa che potrà smuovere l’opinione pubblica, penso. Sono 40 mila i bimbi, in Italia, tolti ai genitori… possibile che tutti abbiano famiglie con pedofili e massacratori?
Invio msm al vicesindaco e ad altri comunicando conferenza stampa.
La psicologa mi dice di attendere il risultato del processo prima di inviare il comunicato stampa all’Ansa.
D’accordo. Aspettiamo.
Questa mattina Giovanna LS (psicologa), mi telefona, dopo l’udienza e mi dice che c’era un buon clima. Il magistrato ha rimandato a settembre. Il bimbo però non torna in famiglia. Psicologa e padre potranno vederlo, NON la tata che il bimbo chiama mamma! Mi è stato detto: “Meglio aspettare per conf. st.” OK.
Continuo nei miei contatti. Anche la senatrice Anna Serafini, presidente della Comm. Infanzia, si sta interessando.

Poco fa mi ha chiamato Tommaso, il padre, mi ha relazionato sull’udienza. E’ molto angosciato. La madre (ammalata) di Giuseppe con la nonna vengono dalla Romania per vedere il bambino. 2000 km. Si son dovute far prestare i denari per il viaggio. Anche loro hanno disperazione addosso.
Qualcosa succederà? Riusciremo ad ammorbidire cuori assenti… spalancare occhi che non vogliono vedere un bimbo allontanato dalla sua casa… un bimbo che chiama la mamma e il padre?
Non so che faccia abbia Giuseppe, ma ce l’ho nel cuore come mio. “E se fosse tuo nipote?” ho chiesto a “politica” molto importante. Senza neanche diventare rossa, m’ha risposto: “Ma non è mio nipote!” M’ha fatto male questa frase, così tanto che sono scoppiata a piangere in pieno senato.
Sì, piangevo dalla rabbia, e dal dolore che mi dava l’indifferenza che circonda il mondo. Quando me ne andrò da questo luogo quanti nomi e cognomi farò. Ne avrò da raccontare.
Me ne sono stata seduta a singhiozzare senza ritegno per un po’. Poi un UMANO, il senat. Gaforio, saputo la ragione di tanta disperazione s’è immediatamente “mosso”. Ecco… qualcuno “vivo” c’è ancora, ho pensato. E’ nella commissione sanità. E’ successo di tutto, ma non posso raccontarvelo. La ragione la capirete. Qualcosa succederà. Sono certa.
Speriamo che domani sia un buon giorno!
P.S. ad un certo momento non mi sono sentita bene. Torno a casa. Si deve votare, ma proprio non me la sento di stare in senato. Carlotta telefona al sen. Boccia e gli dice che sto poco bene. “Venga alle 7, per la votazione”. Sono le 17, ho due ore. Ma più il tempo passa più vado male. “Carlotta, non sto bene…dillo a Boccia”
Carlotta mi richiama: “Stanno andando a prendere la Montalcini…manca un voto” Oddio, no. Penso all’anziana signora.
“Mi alzo e arrivo”. Mi viene a prendere e mi accompagna in senato. Entro in aula. Si vota. Dovevamo essere in numero legale. 156. E così è stato.
Ho voluto informarvi… non rileggo… devo stendermi. Scusatemi, fregatevene della forma e accontentatevi della sostanza.
Abbracciamoci tutti.
franca

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