MILANO —Aborto selettivo, con un doppio dramma. Una donna incinta di due gemelli — uno sano e l'altro con malformazioni — decide di abortire il feto malato. Ma per errore i medici eliminano quello sano. È successo all'ospedale San Paolo di Milano, duemila parti l'anno per settecento interruzioni di gravidanza. Italiana, 40enne, la donna scopre dopo il terzo mese di gravidanza che uno dei due gemelli in pancia è destinato a nascere con gravi handicap. Di qui la difficile decisione di tenere solo il bebè senza problemi. Gli esami per la diagnosi prenatale non lasciano dubbi: uno dei due ha alterazioni cromosomiche inequivocabili, per l'altro invece non vengono riscontrate malformazioni. Purtroppo, però, i due feti morfologicamente sono uguali. L'ecografia non permette di evidenziare nessuna differenza: identica la lunghezza degli arti, lo stesso vale per sviluppo delle ossa e degli organi. Quando la donna entra in sala operatoria, i medici sanno solamente che devono intervenire sul feto posizionato a destra (o viceversa).
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Aborto Milano, "è eugenetica"
Attacco dall'Osservatore Romano
Non si placano le polemiche per l'aborto selettivo finito in tragedia all'ospedale San Paolo di Milano. Secondo l'Osservatore Romano questa vicenda è frutto "dell'eugenetica che impone le sue leggi". Intanto il dottor Alessandro Di Gregorio, specialista in ostetricia e ginecologia al centro Artes di Torino, afferma che "nel caso degli aborti selettivi, l'uso del colorante per marcare il feto malato è prassi".
Sulla scia di quanto accaduto a Milano torna a inasprirsi la polemicha sull'interruzione di gravidanza. "Nessun uomo ha diritto di sopprimere un'altra vita - scrive l'organo della Santa Sede - Nessuno uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio. Per nessuna motivazione. Eppure innocenti continuano a morire. Le loro parole non dette, i loro sorrisi mai espressi, i loro sguardi mai accolti continuano a non suscitare sdegno o almeno le necessarie, profonde, serie riflessioni. E' cosi' che sono morte due bambine, a Milano. Uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo".
"E' l'eugenetica che impone le sue leggi - continua l'Osservatore Romano - E' la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante. E quello che si apre è il vuoto, il deserto di una vita priva di contenuti anche se confezionata a perfezione". "I medici si sono difesi precisando che quanto accaduto e' una fatalita' impossibile da prevedere. Del resto i pericoli di un intervento di aborto selettivo per il bimbo che deve rimanere in vita sono molto alti. E i genitori, solitamente, ne sono consapevoli, adeguatamente informati dai sanitari. Eppure molte volte accettano il rischio".
Intanto il professor Alessandro Di Gregorio, specialista in ostetricia e ginecologia al centro Artes di Torino risponde polemicamente alla ginecologa Anna Maria Marconi che, parlando al Corriere della Sera, aveva detto che "per evitare in futuro episodi simili bisogna studiare un sistema per 'marchiare' il feto, per esempio con un colorante". Di Gregorio ribatte che questa è la prassi e spiega, inoltre, che nel caso della sindrome di Down sarebbe possibile "vedere la malformazione con la tecnica 'fish' e avere la risposta il giorno dopo". Non solo. Una volta segnato con il colorante il feto malato, l'aborto selettivo "poteva essere eseguito almeno nel giro di pochi giorni" e non dopo tre settimane dall'amniocentesi, chiarisce ancora lo specialista specificando però che per capire cosa è realmente successo è necessario avere a disposizione maggiori dettagli sulla vicenda.
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