Sono ottimisti gli imprenditori lombardi per quel che riguarda le possibilità di sviluppo della propria attività. Una manifestazione di fiducia che ha raggiunto nel 2007 i tassi più elevati degli ultimi 4 anni e che, in relazione alle previsioni di crescita, colloca la Lombardia al sesto posto nella classifica delle regioni economicamente più forti d'Europa. Insomma, ottimismo sì, ma che ha ancora ampi spazi di miglioramento, perché le prime cinque classificate (Baden-Württemberg, Ile de France, Londra, Catalogna e Paesi Baschi) mostrano che si può fare meglio.
Secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati di Eurochambres per il 2007 sulle previsioni di oltre 78mila imprenditori europei, quello in corso è un anno d'oro per la Lombardia: il livello di fiducia delle imprese tocca il suo massimo, con un valore pari a 28,6% e un incremento di 16,4 punti rispetto al dato del 2006. Un dato di circa 7 punti superiore a quello italiano e di quasi 5 rispetto alla media europea.
Gli imprenditori lombardi nutrono speciale ottimismo su tre voci: la fiducia nel business futuro, lo sviluppo della domanda interna e dell'export. Per la prima, in particolare, le aspettative sono ottime, con un tasso di fiducia del 28,6% (nel 2006 era stato del 12,2%) che colloca la Lombardia al terzo posto della classifica (un posto in più rispetto all'anno scorso), preceduta solo da Londra (+61,1%) e l'Ile-de-France (+29,6%).
Analogamente, si prevede un futuro roseo anche per export e domanda interna (voci per le quali la Lombardia si colloca al quinto posto): vero boom di ottimismo nel primo caso, con un tasso del 34,4% e una crescita di ben il 14,7 punti rispetto allo scorso anno, e un dato del 25,3%, raddoppiato rispetto al 11,8% del 2006, nel secondo.
Un po' più di cautela, invece, si registra per le previsioni circa fatturato (settimo posto), occupazione e investimenti (sesto posto). Per quanto riguarda le previsioni sulla occupazione, invece, si passa dal +1,6% del 2006 al +7,8% di quest'anno e, pur perdendo una posizione rispetto alla classifica dell'anno scorso, il risultato è decisamente migliore di quello italiano (+3,9%). Sostanzialmente stabile la previsione sugli investimenti (+10,6%), superiore solo al dato scozzese (-14,4%). «L'iniezione di ottimismo - dichiara Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio - coinvolge l'intera struttura produttiva. Un segnale decisamente incoraggiante che sottolinea un tessuto imprenditoriale forte, che cresce e non smette di credere nel futuro. Ma in Europa tutto questo può non bastare. C'è chi corre più veloce di noi, soprattutto quelle regioni con cui la Lombardia compete direttamente sul mercato europeo e globale, quindi si può fare ancora di più. Le istituzioni sono chiamate a sostenere questa tendenza, rafforzandola».
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Crisi mutui, Pil Italia in frenata
Eurispes: "Scenderà all'1,7%"
L'Eurispes lancia l'allarme sulla crescita del Pil per il 2007. Secondo l'istituto di ricerca non supererà l'1,7%. A causare la flessione, la crisi mutui. "Si tratterebbe di un calo di tre decimi di punto rispetto alle previsioni, per le quali il Tesoro ha previsto una correzione dal 2% all'1,8%" fa sapere l'Eurispes. La flessione avrà una ricaduta sulle famiglie di circa 3,3 miliardi di euro, pari a 160 euro per singolo nucleo.
A subire il calo maggiore, il settore costruzioni e quello immobiliare, in stasi da almeno un trimestre, ma a soffrire della crisi sarebbe oltre il 20% dell'economia.
In particolare a settembre una pesante ondata di rincari dei prodotti alimentari e sulle tariffe dei servizi pubblici colpirà gli italiani.
Per questo, suggerisce l'istituto, il governo si deve muovere con maggiore prudenza rispetto alle indicazioni contenute nel Dpef 2008-2011.
Ma il maggiore pericolo, secondo l'Eurispes, si annida nei fondi e soprattutto nei comparti azionari aggressivi dei fondi negoziali e sulle quote di portafoglio con investimenti correlati a subprime Usa.
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Umberto Bossi torna a parlare dell'iniziativa leghista sulle tasse. Ed alza i toni arrivando perfino ad agitare lo spettro dei 'fucili lumbard' contro 'Roma ladrona'.
''La rivolta e la protesta fiscale sono parte della lotta di liberazione in atto perché il Nord ha le scatole piene di uno Stato delinquenziale", ha detto il Senatur parlando da Passo San Marco, una montagna sopra Bergamo. Poi, arringando i suoi, Bossi ha rivendicato il ruolo-guida della regione lombarda. Al punto che "se la Lombardia chiude i rubinetti, l'Italia muore in cinque giorni perché vivono con i soldi dei lombardi".
Ma il refrain di 'Roma ladrona', con cui il Senatur scalda i cuori dei militanti leghisti, questa volta viene aggiornato con la minaccia dei "fucili". "A Roma pensano che i lombardi siano dei pirla che parlano ma poi pagano le tasse.
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