martedì, agosto 28, 2007

migliaia di giovani precari cyber-homeless

ANSA.it - GIAPPONE, SENZATETTO VIVONO NEI NET CAFE'

GIAPPONE, SENZATETTO VIVONO NEI NET CAFE' TOKYO - Nei net café e fast food giapponesi non si va più solo a navigare su internet e mangiare un panino: i locali aperti 24 ore al giorno stanno diventando sempre più spesso l'ultimo rifugio, prima della strada, per gli emarginati della società, quelli finiti in un'inesorabile spirale di povertà che hanno perso tutto (casa, lavoro e famiglia), o che pur lavorando non riescono a raggranellare abbastanza denaro per condurre un'esistenza 'normale'. Secondo uno studio commissionato dal governo nipponico, i cui risultati sono stati presentati oggi a Tokyo, sono oltre 5.000 in Giappone i cosiddetti 'rifugiati dei net cafe', ovvero le persone senza casa che 'vivono' in esercizi commerciali aperti 24 al giorno come fast food o internet point. Quello dei nuovi poveri che abitano net café e fast-food è tuttavia un fenomeno relativamente nuovo, figlio di una società giapponese sempre più selettiva e in cui la 'seconda chance' non è assicurata.

Non si può parlare nemmeno di ultimi della società, in quanto i neo-poveri si discostano nettamente dai tradizionali homeless: molti di essi hanno un lavoro, se pur saltuario e mal retribuito, oppure l'avevano, insieme a un tetto sicuro, fino a poco prima dell'inizio del dramma, che spesso prende la forma di un divorzio, un licenziamento, o una grave malattia. Lo studio sulla piaga dei 'cyber-homeless', il primo di questo genere, è stato condotto dal ministero della Sanità tra giugno e luglio su un campione di circa 2.000 persone e 87 locali aperti 365 giorni all'anno. I risultati della ricerca confermano come gli esercizi commerciali a orario non-stop siano sempre più utilizzati alla stregua di abitazioni da una vasta categoria di persone in difficoltà: si va da soggetti che hanno perso il lavoro e conseguentemente anche la casa, a quelli con impieghi temporanei non sufficienti per affittare un appartamento; i giovani tra i 20 e i 30 anni sono risultati il 27% del totale, contro il 23% degli ultracinquantenni. Nella fascia dei cosiddetti 'working poor', cioé le persone che sopravvivono nel difficile mercato del lavoro temporaneo, la rendita media mensile si aggira intorno a 80.000 yen (500 euro) a Tokyo e 110.000 yen a Osaka.

Stando a un'inchiesta indipendente dell' 'Unione dei giovani lavoratori temporanei' il fenomeno è ampiamente diffuso in tutto il Paese e non solo nella capitale, che conta oltre 15 milioni di abitanti. Con i prezzi degli immobili alle stelle e i lavori sempre più instabili e mal retribuiti, stanno aumentando i casi di giapponesi in difficoltà che scelgono gli internet café come dimora temporanea in attesa di un futuro migliore. Per la modica cifra di 100 yen all'ora, circa 60 centesimi di euro, è infatti possibile noleggiare una microscopica postazione dove dormire la notte, con le gambe stese sotto il tavolo del computer e una borsa come cuscino. Secondo Takeshi Ikuta, leader di un'associazione che supporta i senzatetto di Osaka, " i rifugiati dei net café dovrebbero essere considerati dal governo come indigenti senza casa a tutti gli effetti: le contromisure vanno prese a monte, intervenendo sul mercato del lavoro temporaneo, dove spesso inizia la spirale di povertà in cui cadono, senza riuscire a riprendersi, un numero sempre maggiore di giovani".

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