mercoledì, agosto 29, 2007

Bertinotti sulla luna.

Alitalia, Bertinotti: Italia ha bisogno di compagnia bandiera | Reuters.it:

Secondo il Bertinotti, che si e' tolto il golfino di cachemir per mettersi il vestito buono da presidente della camera, la compagnia di bandiera Alitalia e' necessaria quale "espressione della capacità di organizzazione"...

Se quella manifestata da Alitalia e' la capacita' organizzativa voluta dal Bertinotti, perche' non lo mandiamo sulla luna a organizzare la base lunare italiana degli avanguardisti marxisti che hanno scoperto come sfruttare il proletariato con le balle che raccontano, in modo da farsi una bella vita osannati e stipendiati?

Alitalia oggi e' un oceano di problemi, rigidita' contrattuali e sindacali, sdoppiamento delle operativita' tra Milano e Roma (con l'hub di Milano naturalmente principale perche' piu' vicino all'europa e tutto il personale che sta a Roma, centro politico di ogni spreco dirigista politico) con degli "Asset" che sono da rottamare, una flotta vecchia e vetusta iscritta a bilancio con un falso che appare evidente a tutti (se non vale zero vale meno di zero).

Se di Alitalia qualcosa ha valore e' il simbolo della bandiera (discutibile) e soprattutto gli "slot" assegnati nei vari areoporti per volare. Ovviamente questi slot possono essere riassegnati in men che non si dica...

Ma si sa che il Bertinotti e' uno statalista convinto: prima delle elezioni a Torino osannava la folla nei comizi ricordando che presto avrebbe statalizzato la FIAT risolvendo tutti i problemi. Per fortuna dei lavoratori FIAT, Bertinotti spara balle ma poi si accontenta di essere osannato e pagato come parlamentare.

Quanti lavoratori incazzati, precarizzati, sfruttati, continueranno ad ascoltarlo? Bertinotti ci marcia sulle palle che racconta, ci campa lui e gongola tanto piu' l'economia va male e le imprese chiudono: il suo parco buoi aumenta e lui galleggia sereno sul malcontento. Un futuro assicurato.

Propongo dunque a tutti i precari di questa economia italiana affossata dai tanti Bertinotti di fare un ultimo sforzo con una mega colletta delle "primarie sulla luna" per infilare il nostro in un programma spaziale, che lo porti a realizzare i sui sogni di conquista planetaria sul satellite terrestre, dove organizzare "Base Luna".

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Alitalia, Bertinotti: Italia ha bisogno di compagnia bandiera
mercoledì, 29 agosto 2007 1.18 145



TELESE, Benevento (Reuters) - Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, dice che l'Italia non può fare a meno di una compagnia aerea.

"Un Paese che sta nei primi posti della graduatoria mondiale non può fare a meno di avere una compagnia di bandiera come espressione della capacità di organizzazione di una vera linea commerciale", ha osservato Bertinotti intervenendo ad un incontro con i giovani dell'Udeur.

"Penso che esistano, come eccezioni consistenti all'intervento privato nel governo dell'impresa, esigenze di salvaguardia di asset strategici in Italia e in Europa che vanno tutelati".

Bertinotti ha poi aggiunto che "in caso di defaillance dei privati, lo stato potrebbe soccorrere l'economia nazionale anche transitoriamente. Del resto anche in altri Paesi, come la Francia con Renault, avviene e non succede nulla di sconcertante"..

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Alitalia, Milano è in preallarme per difendere il ruolo di Malpensa

di Paolo Stefanato - mercoledì 29 agosto 2007, 07:00 da Milano

Superata la pausa estiva, la vicenda Alitalia entra subito nel vivo. Giovedì è convocato il consiglio di amministrazione per approvare le linee del nuovo piano industriale, che nel pomeriggio saranno illustrate ai sindacati dal presidente Maurizio Prato.

Tutto ruoterà sul ridimensionamento del ruolo di Malpensa, con la cancellazione di alcuni voli intercontinentali e il trasferimento di altri all’aeroporto di Fiumicino (a rischio i collegamenti con India e Cina). Il minor peso di Malpensa provocherà risparmi immediati, relativi sia al costo del lavoro (tuttora, a dieci anni dall’apertura dello scalo, la gran parte degli equipaggi arriva da Roma per prendere servizio a Milano) sia al network, poiché la riduzione dei voli di lungo raggio comporterà una contrazione anche dei collegamenti nazionali di feederaggio (quelli cioè che alimentano il traffico intercontinentale).

Il tutto è previsto dall’orario che entrerà in vigore nell’estate del prossimo anno. Fino ad allora, va comunque detto, molte cose cambieranno. Le scelte su Malpensa sono in linea con le richieste fatte da Air France nelle trattative sotterranee che non si sono mai interrotte. E oggi, fallito il tentativo di privatizzazione tramite gara, assumono un ulteriore significato: sembrano pilotare Alitalia direttamente verso Parigi.

Ieri in difesa di Malpensa si sono levate molte voci. Da quelle dei sindacati, a molti esponenti del mondo politico lombardo. Questo pomeriggio è prevista una conferenza stampa congiunta del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, e del sindaco di Milano, Letizia Moratti (gli ultimi due sono anche azionisti della Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate). È difficile immaginare quanto esito sortirà la loro difesa del ruolo di Malpensa, anche perché il piano di Prato non sembra avere grandi margini di manovra.

Piuttosto, è già avvertibile un certo fermento tra i concorrenti: British Airways, per esempio, sta già pensando al proprio rafforzamento sugli scali lombardi per venire a raccogliere nel Nord Italia clientela intercontinentale da far transitare a Londra-Heathrow. Farà, cioè, esattamente quello che la nascita di Malpensa avrebbe dovuto contrastare. Ci sono voluti dieci anni di errori (politici e manageriali) per tornare esattamente al punto di partenza, dopo aver bruciato complessivamente qualche miliardo di euro.

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Aggiornamento
venerdì 31 agosto 2007
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1270609

Alazraki accusa il consiglio di amministrazione di Cimoli

PAOLO Alazraki conferma che nei prossimi giorni presenterà un’azione di responsabilità civile nei confronti del consiglio damministrazione di Alitalia guidato a suo tempo da Giancarlo Cimoli e di cui faceva parte l’attuale numero uno di Air France, Jean Cyrill Spinetta. «L’atto - ha spiegato l’imprenditore milanese in un incontro con la stampa - è già pronto, ma manca l’indirizzo di un membro del cda e quindi non è stato ancora notificato. Il tribunale di Roma deciderà poi se ci sono i presupposti per un'azione penale».

Alazraki ricorda che, nel cda del 27 giugno scorso, Berardino Libonati accettò che si votasse per l’azione di responsabilità benché non fosse all’ordine del giorno. In quell’occasione la maggior parte dei consiglieri votò per il sì ma l’azione non passò per il no del Tesoro, tuttora azionista di maggioranza.

«Il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa - insinua Alazraki -, oltre che una lauta liquidazione avrà garantito l’immunità di Cimoli, altrimenti questa decisione non si spiega».

Il manager contesta al vecchio cda di non essere stato in grado di attuare il piano industriale 2004-2006 per il quale c’era stato un aumento di capitale di un miliardo e 250 milioni di euro.

E chiede che la giustizia indaghi su tale fallimento. Inoltre sottolinea che Spinetta sedeva contemporaneamente nel cda di Alitalia e in quello di Air France e dunque si chiede: «Perché la compagnia francese in quegli anni ha guadagnato 400 milioni mentre quella italiana ne ha persi 600? Perché il titolo Air France è raddoppiato mentre quello Alitalia è rimasto a terra»?

Secondo Alazraki è chiara la volontà di Maurizio Prato e dell’esecutivo di cedere l’aviolinea ai francesi, confermata dalla «presenza negli ultimi giorni di due dirigenti di Air France a via della Magliana per scrivere il piano che il presidente presenterà questo pomeriggio».

L’imprenditore milanese attacca sia Prato, «una carriera fondata sugli esuberi e i tagli d'azienda», sia il presidente del Consiglio:

«Alitalia non fallirà mai - incalza - perché altrimenti potrebbe emergere il suo scomodo passato; negli ultimi dieci anni Prodi ha nominato direttamente o indirettamente tutti i vertici della compagnia di bandiera».


Alazraki ribadisce l'interesse per l'acquisizione di Alitalia insieme con una cordata di 40 imprenditori e assicura che presenterà il suo piano industriale fra 15 giorni. Quindi spiega di essersi ritirato dall'asta precedente perchè si trattava di «un’asta farsa».

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