martedì, novembre 20, 2007

Amanda la sceneggiatrice assassina?

Per me era come un fratello Meredith, caccia al quarto uomo

Rudy Hermann Guede, 21 anni.

Viveva con il padre ma quello se n'è andato

Brutta infanzia ha avuto il ricercato per l'omicidio di Meredith: sradicato dal suo Paese quando era poco più che un bambino, abbandonato dal padre e infine affidato ad una famiglia che "poi l'ha rifiutato. Viveva con il padre ma quello se n'è andato in Africa e non s'è più visto. E' stato mio fratello a portarselo a casa".

"Era piccolissimo quando è immigrato: avrà avuto 5 anni. Frequentava la scuola, suo padre sembrava lavorasse ma, più o meno quattro anni fa, il genitore è partito per la Costa d'Avorio dove era nato e non si è fatto più vivo. Ritornerò tra qualche settimana, gli aveva detto, ma è scomparso. Gede a soli 17 anni è rimasto solo e mio fratello l'ha portato a casa. L'abbiamo accolto in famiglia come fosse un fratello. Abbiamo pure convinto un parente molto ricco di Perugia, a prenderlo in affidamento. Con loro è rimasto un paio d'anni ma poi non l'hanno più voluto".

"Gede era un tipo difficile, sperperava un sacco di soldi, diceva bugie, non si comportava bene e i nostri parenti non hanno più rinnovato l'affidamento e lui è scomparso: è andato a Milano, mi ha detto. Non so chi conoscesse lassù: mi disse che aveva una fidanzata e che arrotondava facendo il dj in qualche locale. L'ho rivisto pochi mesi fa, quando è ritornato a Perugia. Ha preso in affitto una casa non lontana da quella della studentessa inglese uccisa (in corso Garibaldi, nella stessa via dove si trova l'appartamento di Raffaele Sollecito, ndr). Non so come si procurasse i soldi per pagare la pigione. Qualcosa gli hanno dato anche i miei ma per il resto non so proprio. Leggo che fosse uno spaccatiore: da quello che lo conosco io, spacciatore è una parola grossa. Forse qualcosa la faceva ma era roba da poco. Se dovessi giudicare Gede direi che è un ragazzo che non riesce a camminare da solo. Tutto qua, ma assassino, proprio no".

Rudy giocava a basket, in C1, nella Uisp Pallacanestro Perugia. Gli ex compagni di squadra lo descrivono come «un ragazzo perfetto, sempre puntuale agli allenamenti, sempre disponibile ad aiutare gli altri e con il basket come sua grande passione». Fino alla stagione aveva giocato nel ruolo di guardia. Alla fine di quell'anno, quando il club perugino chiuse i battenti per fondersi con l'altra squadra della città, la Nuova Pallacanestro (dando vita al Perugia Basket), Rudy, poco più che maggiorenne (è nato il 12 dicembre del 1986) lasciò l'Umbria e si trasferì in Lombardia. Anche l'allora presidente della Uisp Perugia, Roberto Segoloni, che fa parte anche della dirigenza della nuova società, ha ricordato Guede come «un ragazzo più che perfetto». «Al punto da far ritenere - ha aggiunto - che tutto questo parlarne in relazione a un fatto così grave per la nostra città sia da ritenere quanto meno prematuro».

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L'ombra di una messiscena sul delitto di Perugia

Secondo gli investigatori, quando fu uccisa Meredith Kercher era vestita "Poi fu spogliata per simulare la violenza".

Nuovo indizio contro Amanda.

Arriva dall'esame degli schizzi di sangue un nuovo indizio contro Amanda Knox, la giovane americana in carcere per l'uccisione di Meredith Kercher, la coinquilina inglese. Nel corso del primo interrogatorio fattole dagli investigatori della squadra mobile il 2 ottobre, il giorno della scoperta del cadavere in via della Pergola 7, Amanda aveva dichiarato: "Apprendevo in quel momento dal mio ragazzo che all'interno della camera di Meredith nell'armadio vi era il corpo di una ragazza coperta da lenzuolo e l'unica cosa che si riusciva a vedere era un piede. Nessuno dei presenti ha fatto il nome di Meredith ed essendo io uscita di casa subito dopo e non avendo visto il corpo non posso affermare che si tratti di lei...".

Quel riferimento all'armadio ora per gli investigatori della Mobile e dello Sco assume una rilevanza tutt'altro che casuale. L'analisi degli schizzi di sangue rilevati dalla squadra Ert (esperti ricerca tracce) hanno permesso di abbozzare una prima ricostruzione del delitto. Meredith Kercher, il cui corpo senza vita è stato trovato tra il letto e l'ingresso dell'alloggio, sarebbe stata uccisa accanto all'armadio citato da Amanda. Sul mobile ci sono infatti le tracce inequivocabili del delitto. Gli assassini hanno quindi spostato il suo corpo? O lei, negli spasmi dell'agonia, ha cercato di appoggiarsi a qualcuno (a qualcosa?) finendo dietro il letto?

Non solo il reggiseno della studentessa londinese sporco di sangue è stato raccolto ben lontano dal corpo. Altri indumenti erano sparsi per la stanza. "Come a voler suggerire una violenza carnale" sottolinea chi è entrato la mattina del 2 novembre nell'alloggio di via della Pergola 7.

In più nella lavatrice della casa sono stati trovati diversi indumenti di Meredith sottoposti ad un approfondito lavaggio. Il fatto poi che sulle gambe della vittima non siano state trovate tracce di sangue fa balenare il sospetto che sia stata uccisa quando ancora indossava i jeans e successivamente spogliata per inscenare un delitto a sfondo sessuale.

Di Amanda è stata trovata una sola traccia su un bicchiere, nonostante abitasse in quella casa, di Patrick Lumumba (che aspetta di essere liberato e i cui legali hanno fatto ricorso al tribunale della Libertà) e di Raffaele Sollecito invece nessun segno.

Comincia quindi a balenare il sospetto, almeno tra una parte degli investigatori, che la sera del primo novembre la casa della studentessa londinese non fosse troppo affollata e che il numero degli assassini di Meredith Kercher possa presto essere drasticamente ridotto.

C.V.D.

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