"Come salvarsi dai maschi." Nella prima intervista, dopo la seconda adozione, e dopo aver girato Basic Instinct 2, Sharon Stone dice che "adottando il secondo bambino, mi sono autoespulsa dal circo delle relazioni uomo-donna. Il miglior favore che potessi fare a me stessa!" "Papà? No, grazie." Questa la nuova moda di Hollywood. La prima fu Madonna, che usò il personal trainer come "donatore". Le madri single sono sempre di più: perché vogliono un figlio ma non un marito (Angelina Jolie), perché lui scappa (Liz Hurley)... Un capriccio da star? "Generazione M: ne fanno parte le (tante) donne di Hollywood che hanno deciso di crescere uno o più figli facendo a meno del papà. Negli Usa sono diventate un modello da imitare e una bandiera del femminismo. In Italia sono l’invidia di tutte quelle single che vorrebbero un figlio senza la collaborazione di un marito, ma non possono per via della nostra legislazione." sul n. 30 di Vanity Fair in edicola.
L'incapacita di relazionarsi con il marziano diventa competizione e conflitto, che viene risolto con il rifiuto assoluto del confronto genitoriale. Questa risposta Hollywoodiana supera la psicanalisi. Invece di risolvere i problemi, compriamoci un figlio. E' la modernita' consumistica, che legalizza ogni desiderio. Vivendo i figli come un oggetto, con quali appagare il proprio desiderio di controllo assoluto. Marziani tornate su marte, andate a lavorare! Fora di ball. Non possono a causa della nostra legislazione? Mai sentito parlare di separazione e affido esclusivo alla mamma? Alla nostra politica italiana, questa moda americana della donna che fa tutto da sola deve aver dato nuovi spunti. La Prestigiacomo fa perdere la testa a Fini che dice SI alla fecondazione artificiale e perde la testa del partito. Un cartellone che dice "Le donne sono piu' intelligenti degli uomini?" con Berlusconi e Rutelli che rispondono NO mentre le loro consorti rivendicano un SI entusiastico. La Bindi, che punta ad elevare per legge il numero di donne in politica, adotta come motivazione l'obiettivo di contrastare il calo delle nascite e incrementare il numero di donne che lavorano ancor troppo esiguo in Italia. Non capisco. Non sarebbe meglio fare leggi che incentivino gli uomini a occuparsi dei figli? Una donna che lavora non ha forse bisogno di una maggiore collaborazione del papa'? E che fanno le donne in politica? "Papa' no grazie!" era lo slogan che ha castrato a suon di emendamenti la nuova legge sull'affido condiviso. Avrebbe impedito l'esclusione del padre dalla vita dei figli. Magistratura e Avvocatura tutte schierate a rivendicare la necessita' di escludere il papa' nell'interesse del bambino. Del bambino?
Questo atteggiamento di rivalsa non fa l'interesse del bambino, ne tantomeno quello delle donne. Nonostante un martellante bombardamento mediatico, la maggioranza delle mamme (per fortuna) non viene coinvolta da questa guerra per prevaricare il marziano, trovando modo di rappacificare ogni conflitto sotto le lenzuola. Applicando la logica, ogni donna che lavora capisce bene che al contrario si deve promuovere il modello di padre che si prende cura dei figli. Non e' con leggi contro i marziani che si risolvono i problemi. Anzi, li si esaspera. Avete mai visto un papa' separato spiegare in televisione perche' le leggi e sopratutto i magistrati gli impediscono di vivere con i suoi figli? Con la violenza di stato si forniscono ragioni per la Jihad Islamica. Risolvere il conflitto tra genitori richiede dialogo e comprensione reciproca, collaborando entrambi per trovare tempo per fare figli e soldi per mantenerli. Un bel libro da leggere sotto l'ombrellone e' "L'amore possibile" di Guy Corneau. "Come i rapporti padre-figlia e madre-figlio possono influenzare il nostro modo di vivere l'amore di coppia." Spiega come sia essenziale il rapporto positivo con un padre affettuoso per una futura donna, capace di relazionarsi con il marziano. Per risolvere i problemi di genere non si deve allontanare il padre, ma al contrario favorire in ogni modo una sana e positiva relazione dei padri con i loro figli.
Con il mito del "Papa' no grazie! Son capace a fare tutto da sola", le mamme si sparano in un piede. Lo spiega in modo divertente e rilassante il film One Fine Day in cui George Clooney fa da testimonial ai papa' separati, offrendo una grande opportunita' alla mamma che fa tutto da sola. Lui papa' separato con figlia, si trova per caso ad affrontare la giornata piu' critica della sua vita professionale con una Michelle Pfeiffer mamma separata con figlo, alternandosi con lei nel prendersi cura dei due bambini attraverso una sequela di impegni che travolgono entrambi. Reduci da precedente matrimonio, proiettano l'uno sull'altro gli stereotipi negativi che si son fatti dell'altro sesso. Lei ipercontrollante, ansiosa e schiava dei tempi, sopratutto fiera di riuscire a fare tutto da sola. Lui pacato, efficiente e rassicurante le appare inaffidabile. Si detestano ma non possono fare a meno di aiutarsi perche' nessun altro puo' occuparsi dei due bambini. Ogni dialogo e' una esilarante sequela di battibecchi, con parole e messaggi non verbali in palese contraddizione e atteggiamento ambivalente, misto di attrazione e paura dell'altro. Ovviamente finiscono per innamorarsi, ma continuano a litigare fino a che si baciano tappandosi la bocca. Esilarante come lui si gestisce in relax il figlio di lei che si ficca una biglia nel naso senza neppure considerare il fatto degno di nota per sua madre. Fenomenale quando lei, ipercontrollante, al telefono con la madre manipolatrice che la vorrebe agganciare a Clooney, perde la figlia di lui che si allontana da sola e nella stazione di polizia va in crisi ansiosa ossessiva delirante. Esemplare l'amore di lui per la figlia, che va a recuperare di persona in un negozio dove era stata rintracciata nonostante fosse atteso a una conferenza stampa in cui si giocava il posto. Superbo il gioco di sponda di lei che si improvvisa giornalista per sostituirlo in attesa che si presenti per difendersi da una situazione che costerebbe a lui la carriera. Bellissimo il figlio di lei, che la costringe a puntare i piedi e per impedire che il lavoro dilaghi nella vita e nei tempi del figlio, che ha una immancabile partita da giocare. Immancabile il confronto col "marito inseminatore" che non ha titolo per chiamarsi papa' visto che si degna di andare alla partita assieme al figlio soltanto per comunicargli che non potranno piu' vedersi per suoi impegni improrogabili. Direi che c'e' tutto il mondo della separazione con figli. Manca come al solito il caso piu' grave, che viene sempre messo sotto il tappeto. Quando a Clooney viene impedito di frequentare sua figlia e portarla al mare. Ma questo e' un altro film. Toglierebbe quel sapore piacevole del sogno di ogni papa' separato. Essere con sua figlia.
martedì, agosto 02, 2005
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