Ecco Eric Zemmour, astro nascente del giornalismo francese, il giorno in cui era invitato a “Tout le monde en parle”, storico talk-show della rete pubblica francese, France 2: stava subendo un autentico linciaggio morale, nonché una vera e propria aggressione verbale: attaccato da uomini e donne, tutti i personaggi presenti sul plateau si davano man forte per provocarlo. Financo i comici, grandi assertori della massima tolleranza, in salsa politicamente corretta, s’intende, spalleggiavano l’assalto. E lui impassibile, rispondeva bellamente e senza affanno, colpo su colpo, con la virtù dei forti, contro le litanie della massa ferita e incattivita.
L’obiettivo di quest’ultime era la libertà sessuale, l’emancipazione dal giogo patriarcale. Bisognava dimostrare come la natura non fosse altro che il prodotto di logiche sociali e culturali. Fallito quindi il progetto di cambiare le donne il femminismo, come una macchina che genera uguali, sta riuscendo a cambiare gli uomini alleandosi con i suoi più acerrimi rivali, gli omosessuali. L’uomo attuale, invece, è sottoposto all’azione martellante di un’overdose di immagini di corpi femminili, di una promiscuità castrante fin da bambino ed al contempo sempre più oppresso dalla cultura totalizzante che impone una visione femminile della vita. Il risultato di questa morsa duale lo rende vieppiù effeminato e sempre meno responsabilizzato. “Persi i privilegi gli uomini si disfano anche dei doveri che vi erano affiancati.” Ne consegue una vera e propria società del disordine dove anche i ruoli all’interno della famiglia non sono più ben delineati come un tempo. In linea col postulato del filosofo Alain Finkielkraut: “Un tempo, la sovversione era il contrario della tradizione; oggi, la sovversione è la tradizione” Tutto è in atto per contrastare la natura predatrice dell’uomo. Con l’abuso di vecchie e nuove leggi, il famoso “mobbing” su tutte, ogni tentativo di seduzione può essere considerato una manipolazione, una forzatura, persino una violenza. Solo l’amore può redimere i comportamenti sessuali dell’universo maschile. L’uomo deve amare e rispettare, ma i nostri illustri antenati Rousseau, Stendhal e Freud, pur con sfumature differenti, distinguevano chiaramente l’amore fisico da quello morale. Si ribadisce come il desiderio maschile poggi prevalentemente sulla dissacrazione, pur solo ideale, della figura femminile tramite “frazionamento” delle sue parti del corpo. La valvola di sfogo della prostituzione ne è un’evidente chiave di lettura: criminalizzandola, oggi, si cerca di imporre il diktat del rispetto e dell’amore obbligatorio. “Bisogna che l’uomo rinunci spontaneamente a un tipo di relazione sessuale che non sia consacrato dall’amore”. Il “femminilmente corretto” sta divampando e con esso l’uomo effeminato, un prodotto fortemente voluto dal capitalismo che, dopo aver optato per la società multirazziale e multiculturale, ha scelto il campo della femminizzazione degli uomini. Un lento ed inesorabile declino della virilità nostrana che, scontrandosi con quella emergente degli altri popoli ci ha spinto a “rinunciare ad assimilare gli immigrati e i loro figli ovvero rinunciare a imporre loro, virilmente, la nostra cultura”. Tutto rientra nel diabolico disegno del capitale apolide, circa la “fabbricazione di un uomo senza radici ne razza, senza frontiere ne paesi, senza sesso ne identità. Un cittadino del mondo meticciato e asessuato. Consumatore.” Un libro che non dà ricette istantanee ma pone, senza tanti giri di parole, un problema da troppo tempo eluso, una critica che richiede un brusco cambio di rotta nell’analisi del rapporto tra i due sessi. Le differenze che la natura ha creato hanno una ragion d’essere. La posta in palio è altissima. |
giovedì, gennaio 03, 2008
oggi, la sovversione è la tradizione.
"L'uomo maschio" di Eric Zemmour
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3 commenti:
Grazie per il suggerimento librario Marcobiondo. Mi è capitato tra le mani questo libro in libreria e sono stata lì lì per comprarlo. Ora ho una ragione di più per farlo. Mi piace però di più il titolo originale "Le premier sexe", in risposta a quello di Simone de Beauvoir "Le deuxième sexe", già vecchia bibbia del femminismo. "L'uomo maschio" (traduzione italiana) è una titolazione "editorialmente corretta". Ciao e Buon Anno.
un'idea si fa largo leggendo queste righe...
ma perchè ogni volta che si pone l'accento sulle differenze, innegabili, tra i sessi alla fine la donna si trova smpre in un piano di subordinazione? perchè è sempre quella che nelle diferenze esce seconda, o comunque mai alla pari?
Perchè i maschi si identificano solo in quelle caratteristiche che inevitabilmente danneggiano le donne?
Se le donne libere e lavoratrici sono sole o divoroziate e precarie è perchè il cambiamento del rapporto tra i sessi è stato unilaterale, e le donne non trovano compagni che non sanno vivere con loro un raporto paritario, maturo, equilibrato.
Sono gli uomini che non sono cresciuti.
La sfera relazionale e quella del lavoro sono e devono rimanere distinte. I maschi si identificano nel maschile, che ha lati molto positivi accanto alle ombre. Sul lavoro le donne non hanno mai avuto tante opportunita' come oggi, sebbene abbiano sempre lavorato. Dunque come mai la famiglia ovvero le relazioni stabili e appaganti, di solidarieta' tra maschio e femmina per essere un tutt'uno stabile per il bene dei figli, va in crisi?
Perche' mai il lavoro dovrebbe influire nella famiglia? E' l'ideologia di genere che mescola istanze sul lavoro e rivendicazioni in famiglia, demonizzando la famiglia e il maschio. L'antagonismo e la competizione sul lavoro non deve intaccare la solidarieta' e la stabilita' della famiglia. Sono sfere distinte. La cultura, rendendo femminile il maschio, lo ha reso incapace di gestire i propri istinti naturali incanalandoli in modo positivo. Maschi e femmine devono riappropriarsi delle loro identita' naturali, senza negarle a vicenda. Solo in questo modo si trovano legami stabili e appaganti. Altrimenti l'apparente liberazione (del maschio dal maschile e della femmina dal femminile) crea degli individui che hanno rimosso la propria identita' e che diventano incapaci di esprimere relazioni se non di totale antagonismo tra loro, con un egoismo narcisista che li uccide.
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