ilGiornale.it case di lusso in saldo. I vip della sinistra subito querelano - n. 205 del 31-08-2007
Roma - Da affittopoli ad acquistopoli. Anche un mercato immobiliare drogato come quello romano, secondo l’Espresso, offre qualche curiosa sorpresa. Gli «annunci immobiliari» snocciolati sull’ultimo numero del settimanale sono davvero interessanti.
Ma è tutto già venduto a nomi noti: da Veltroni a Casini, da Violante a Mastella.
E da sinistra qualcuno già annuncia querele.
Una palazzina al quartiere Trieste, 30 vani e cinque appartamenti, finiscono all’ex moglie, alle figlie e all’ex suocera del leader Udc Pierferdinando Casini per 1,8 milioni di euro. Un appartamento al Vaticano, sei vani, doppi servizi, cantina e balconi, se lo aggiudica Maura Cossutta del Pdci per 165mila euro, comprando dalla Scip, insieme alla vicina di casa, e senatrice dell’Ulivo, Franca Chiaromonte, che spende 113mila euro per 4 vani al piano di sotto. Nel quartiere della Balduina, l’ex ministro Mario Baccini acquista da Initium attico e superattico (15 vani) a 875mila euro. Luciano Violante sgancia all’ex Ina solo 327mila euro per una casa su tre livelli con due terrazze al foro Traiano, in via di Sant’Eufemia.
Benvenuti a Svendopoli, annuncia l’Espresso. Presentando l’immancabile sequel dell’indimenticato Affittopoli lanciato dal Giornale nel ’96. Vaticinato, due legislature fa, da Marco Taradash, che in un’interrogazione del gennaio 2001 paventava la svendita di immobili di pregio a «esponenti del mondo politico, della magistratura, del giornalismo». Un film già visto, dunque, con i soliti protagonisti: politici, magistrati, sindacalisti, giornalisti e grand commis. Tutti accomunati da due elementi, sottolinea il settimanale diretto da Daniela Hamaui: «Sono potenti che hanno pagato troppo poco ieri per l’affitto e oggi per l’acquisto». Anche se, ricorda ancora il giornale, i buoni affari conclusi dai «potenti» non sono «elargizioni personali», ma frutto «del meccanismo degli sconti collettivi» concessi dagli enti previdenziali al momento della dismissione dei patrimoni immobiliari.
Ma «Svendopoli» non fa in tempo a esplodere che arriva, immediata, la replica di chi viene tirato in ballo. Minacciano querela il presidente del Senato Franco Marini (le modalità dell’acquisto dall’Inpdai dei 14 vani ai Parioli per 1 milione di euro sono «notizie false», sibila) e il guardasigilli Clemente Mastella. Il leader Udeur, secondo il settimanale, nel 2006 avrebbe fatto acquistare per un milione e 452mila euro la sede del giornale del suo partito, in largo Arenula, a una società intestata ai suoi figli, Elio e Pellegrino, grazie alla rinuncia del partito al diritto di prelazione concesso dall’Inail all’Udeur. I Mastella sono citati nell’inchiesta dell’Espresso anche per l’acquisto dall’Ina di 5 appartamenti a prezzo di favore sul lungotevere Flaminio, nel 2004.
C’è poi il sindaco di Roma. La sua casa in via Velletri («ingresso, 5 camere e accessori per 190 mq, posto auto e cantina», annota il settimanale) gli è stata assegnata dall’Inpdai nel 1994, in cambio di due appartamenti aggiudicati al padre di Veltroni, Vittorio, nel 1956 e al futuro sindaco nell’81, quando il leader in pectore del Pd era ancora consigliere comunale del Pci. La moglie Flavia l’ha comprato nel 2005, per 377mila euro. Nello stesso palazzo hanno acquistato anche l’ex deputata azzurra Marianna Li Calzi e l’ex direttore delle Fs, Francesco Forlenza. Ma l’elenco del settimanale conta altre case illustri. Tra le altre, quella del leader Cisl Raffaele Bonanni (201mila euro per comprare dall’Inps otto vani al Flaminio), o il grande appartamento (10 vani) ex Ina di corso Rinascimento, di fronte al Senato, che Nicola Mancino si è aggiudicato nel 2001 per poco più di un miliardo e mezzo di lire. Buon prezzo quello spuntato da Francesco Cossiga (710mila euro all’ex Ina per 9,5 vani a Prati), ottimo l’affare di Lamberto Cardia: il presidente Consob, rivela l’Espresso, nel 2002 ha acquistato la casa di 10 vani all’Eur in cui già abitava per 328mila euro.
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