domenica, settembre 30, 2007

liberazione.

define: liberazione - Google Search

Definitions of liberazione on the Web in Italian:

* "Liberazione" è un dipinto ad olio su tela di cm 168 x 88 realizzato tra il 1937 ed il 1952 dal pittore Marc Chagall.
it.wikipedia.org/wiki/Liberazione_(Marc_Chagall)

* 1. E' quando un movimento interno ad un paese (anche con l'appoggio esterno di una forza militare) si libera da una dittatura, attraverso una lotta anche cruenta (di resistenza, di guerra, terroristica...). 2. E' quando uno stato "democratico" ne invade uno "non democratico" e sostituisce il leader di quello stato con uno da lui scelto (chi è "democratico" e chi non lo è lo decide lo stato "democratico")
salgalaluna.clarence.com/permalink/164133.html

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«Non puoi usare un termine come guerra di liberazione, da una parte perché stai parlando del tuo Paese; e poi per noi la guerra di liberazione è solo una, quella - rimarca Bertinotti

Ad attaccare è il leader in pectore del Pd, Walter Veltroni. «La Cdl - avverte - deve dirci con chi vuole governare l'Italia, e se vuole farlo con chi rifiuta di riconoscere la bandiera nazionale e dice determinate frasi. Non è uno scherzo, anzi è una questione da porre con serietà».

Ma dall'Ulivo a Rifondazione (con Giordano che ricorda sommessamente che «la lotta di liberazione è quella partigiana»), la condanna è unanime.

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li-ber- ah- zio-nehhhh libera nos a malo.

E' quando un movimento interno ad un paese si libera da una dittatura.

ci si libera da una oppressione.

le parole possono avere un "proprietario?" appropriazione indebita olistica...



venerdì, settembre 28, 2007

free burma.




Bloggers in Burma keep world informed during military crackdown

ko htike

I sadly announce that the Burmese military junta has cut off the internet connection throughout the country. I therefore would not be able to feed in pictures of the brutality by the brutal Burmese military junta.

I will also try my best to feed in their demonic appetite of fear and paranoia by posting any pictures that I receive though other means (Journos!! please don’t ask me what other means would be??). I will continue to live with the motto that “if there is a will there is a way”.

We probably need to lobby the Chinese government or UN envoy to Burma to ask the junta to switch on the Internet. Please!

giovedì, settembre 27, 2007

DIPENDENTI-AVATAR IBM PROTESTANO SU SECOND LIFE

2007-09-27 18:46
CONTRATTO: DIPENDENTI-AVATAR IBM PROTESTANO SU SECOND LIFE (2)
MILANO
(ANSA) - MILANO, 27 SET - Second Life è messa a dura prova, non regge tanti avatar contemporaneamente in una sola isola. La protesta virtuale dei dipendenti Ibm dilaga. "Siamo in un mondo virtuale per difendere diritti terreni" dicono Ricky77 e Ninia Loon per spiegare le ragioni della prima protesta sindacale della vita reale mai realizzata sul web, secondo quanto sostenuto dalle stesse organizzazioni dei lavoratori, che si sviluppa nell'arco di 24 ore e che coinvolge i dipendenti di tutti gli stabilimenti Ibm sparsi per il mondo. Ibmalfo00 Boa, impiegato romano, spiega ai giornalisti e ai colleghi di altre imprese intervenuti per solidarietà: "I diritti dei lavoratori sono ormai attaccati un po' ovunque". E Barillo Kohnko, rappresentante sindacale europeo impiegato a Vimercate, insiste:"Abbiamo chiesto un aumento di 40 euro e ce ne hanno tolti 1000. L'obiettivo è che le ragioni di questa protesta italiana arrivino ai vertici americani". Gli avatar riescono a infilarsi in una riunione di dirigenti al Business center Ibm. Chiedono un colloquio. Ma i dirigenti se ne vanno. La protesta continua per le strade virtuali tra suoni di clacson, fischietti e cartelli. Non sarà come una manifestazione in una città reale, ma anche questa ha bloccato il traffico di una sim. La vertenza supera le barriere di spazio e di tempo. E' la globalizzazione. (ANSA).
MD/ S0A S41 QBXH

http://www.rsuibmvimercate.it

globalunion

lunedì, settembre 24, 2007

Lo stato siamo noi. Ricerca staminali.

Avvenire del 19 settembre riportava un appello, legato al fatto che al
Prof. Vescovi, massimo esperto mondiale in tema di cellule staminali e
impegnato sulle cellule adulte, mancano circa Euro 200.000 per poter avviare
una sperimentazione sull'uomo di nuove cure per malattie neurodegenerative
come la SLA (per intendersi, la malattia di Coscioni e Melazzini).

Purtroppo, aldilà di tante chiacchiere, lo Stato non finanzia una ricerca
in un campo in cui l'Italia è all'avanguardia e che non comporta dilemmi
etici.

Allora, Avvenire proponeva una sorta di autofinanziamento: ognuno che
voglia manda una cifra su un apposito conto corrente n° 10146 della Banca Popolare
Commercio e Industria, Agenzia di Bresso (Milano) intestato a Associazione
Eurothon Onlus, ABI 05048, CAB 32620, CIN T.
Grazie a quanti vorranno collaborare

mercoledì, settembre 12, 2007

politico italiano vaffanculo

help

FASSINO - Il gip Clementina Forleo «si è arrogata un compito d'accusa che non le appartiene». Lo scrive il segretario dei Ds Piero Fassino nella sua memoria...
D'ALEMA - La frase «Facci sognare! Vai!» detta a Consorte per telefono e intercettata dagli inquirenti non si può configurare - secondo l'esponente della Quercia - come istigazione, perché il concorso morale «non può con serietà assumere la forma dell'incitamento scherzoso».

LA CANZONE PIU' BELLA DEL V-DAY

politico feat. drastic onion.mp3 (audio/mpeg Object)

Message Board › LA CANZONE PIU' BELLA DEL V-DAY

martedì, settembre 11, 2007

malagiustizia a taranto. si incatena al tribunale.



Centro Studi Separazioni e Affido Minori intervista in esclusiva Sergio Nardelli


http://www.papaseparatilombardia.org/on_line/categorie.asp?pr=194


COMUNICATO STAMPA

RIVOGLIO I MIEI FIGLI
Papà separato si incatena al Tribunale dei Minori di Taranto

Taranto, 12 settembre 2007 – Oggi 12 settembre Sergio Nardelli, papà separato, si incatena ai cancelli del Tribunale dei Minori di Taranto, pronto a trascorrere notti e giorni per protesta contro gli impedimenti alla frequentazione dei figli.

Il caso venuto alla ribalta sulle cronache italiane grazie ad una intervista trasmessa su Italia1 nel 2006 è l'ennesima storia di mala giustizia: da 4 anni nonostante Sergio Nardelli non abbia commesso alcunché gli è permesso di stare con la propria figlia per sole 10 ore la settimana.

"Mi hanno accusato falsamente di violenza sessuale su mia figlia, dichiara Sergio Nardelli, e per questo motivo ingiustamente ho fatto 60 giorni di carcere nell'ala pedofili. Mi hanno così portato via i figli, la casa e tutto ciò che avevo. Sono stato colpito fisicamente, psicologicamente ed economicamente. Mi hanno rovinato la vita."

Una serie infinita di infondate accuse dunque fanno da sfondo alla storia di Sergio Nardelli che dopo anni di soprusi e violenze di ogni genere subite prima dalla moglie e poi dai vari Tribunali, che con i loro tempi comodi rendono le attese infinite, chiede che sia fatta giustizia fino in fondo. Sono infatti quattro anni che Sergio Nardelli aspetta la sentenza civile scritta che legittima la sua innocenza e che gli può permettere finalmente di riavere i suoi figli, la sua casa e di lasciarsi alle spalle questa brutta vicenda personale.



Per ulteriori informazioni
Sergio Nardelli cell. 349-5006301

Sergio chiede a tutti di mandare - a partire dal 12 settembre 2007 - una email al seguente indirizzo: tribmin.taranto@giustizia.it

killer di giustizia. free sergio nardelli.

venerdì, settembre 07, 2007

le bolle delle banche centrali

Finanza: Usa e Ue soccorrono gli speculatori

venerdì, 07 settembre, 2007
Dollari e euro in soccorso degli speculatori Usa - da Selvas.org

Il mercato immobiliare continua a rappresentare un rischio per l’economia degli Stati Uniti dove c'è stata una forte impennata nell'esecuzione dei pignoramenti ed espropriazioni di appartamenti ed edifici: 179.600 nel solo mese di luglio. Il senatore C. Dodd retiene che “da uno a tre milioni di persone potrebbero perdere la loro casa”. Lo rivela un'inchiesta dell'analista geopolitico Tito Pulsinelli per Selvas.org.

"Queste poche cifre indicano con chiarezza la gravità della crisi del settore inmobiliario degli Stati Uniti, che covava sotto la cenere mediatica da molto tempo, ma veniva sistematicamente ignorata o minimizzata. Ora che l'esplosione è avvenuta, emergono le caratteristiche distruttrici di un collasso che sta facendo tremare il cosiddetto sistema finanziario internazionale" - afferma l'analista. I “furbetti della bolla immobiliaria”, vale a dire gli usurai globali che avevano gonfiato all'infinito il valore dei titoli dell'industria del mattone, oggi alzano bandiera bianca. La “bolla” gli è scoppiata in faccia perchè non c'è più una relazione credibile tra il valore di un edificio reale e quello dei “titoli” che li rappresentano.

La Banca Centrale Europea (BCE) finora ha sganciato 120 miliardi di dollari per soccorrere i truffatori d'oltreoceano e i loro compari speculatori delle banche europee. "Si premiano gli infami, li si incoraggia a perseverare. E' una autentica istigazione a delinquere" - commenta Pulsinelli. "Siamo al teatro dell'assurdo o al funerale del buon senso: i negatori radicali di ogni intervento publico nell'economia sono provvidenzialmente salvati con quantità industriali di denaro pubblico. I becchini dello Stato succhiano avidi le sue mammelle. Si tratta dello stesso denaro che - in nome della “autonomia” delle banche centrali - sarebbe irresponsabile destinare alle pensioni, al sistema sanitario o educativo".

Il malconcio sistema finanziario internazionale e la credibilità del dollaro - ormai seriamente compromessa anche a livello di immagine - sono momentaneamente puntellati dalle riserve monetarie delle Banche centrali del G7. "I più coraggiosi puntano il dito contro il monopolio delle tre agenzie qualificatrici di rischio, ma dimenticano che Standard & Poors, Moodys e Fitch agiscono con molta solerzia quando si tratta di dare le pagelle ai Paesi indebitati del mondo non industrializzato, non altrettanto con i consorzi privati multinazionali. E tacciono sul fatto che hanno infiltrato le presidenze delle “autonome” banche centrali" - denuncia l'analista.

"Gli Stati Uniti devono mettere ordine nei propri conti, abbandonare un sistema di vita depredatore, e rassegnarsi che non si può vivere eternamente al di sopra dei propri mezzi. Sono passati 60 anni da quando producevano il 60% delle mercanzie circolanti nel globo; oggi sono il Paese più inebitato del mondo" - afferma Pulsinelli.

Oggi è la Cina con 1,3 bilioni di dollari stivati nelle sue riserve monetarie - di cui 900 miliardi in un mix di buoni della tesoreria e titoli- che stringe in una morsa ferrea la Riserva Federale. "Tutti i politici di Washington, da Obama alla coppia Clinton, esigono all'unisono che la Cina proceda ipso facto alla rivalutazione della sua moneta, unico modo - a loro dire - per bloccare la “sleale concorrenza”, frenare le esportazioni cinesi e favorire quelle statunitensi. Ignorano che negli ultimi due anni il Renmimbi si è rivalutato del 10% sul dollaro, ma questo non è servito a nulla, e il bilancio favorevole alla Cina continua a sfiorare i 27 miliardi"- osserva Pulsinelli.

"L'esportazione del suo sistema produttivo ha generato gran dipendenza e una innegabile vulnerabilità alle mosse di Pechino. E' un segreto pubblico che è arrivato a conoscenza della plebe globale. E' il caso di dire che “grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente” - conclude l'analista.

Le borse e le banche centrali

Phastidio.net

Su noiseFromAmerika, un mirabile saggio di Michele Boldrin sulla recente esplosione di volatilità sui mercati finanziari e sul ruolo delle banche centrali, in questa ed in precedenti crisi. Una lettura corposa ma agile, scritta con rigore ma anche con levità che consigliamo davvero a tutti per comprendere cosa è accaduto e cosa potrà accadere, e per demistificare il ruolo che le banche centrali (ed alcuni, ben noti, banchieri centrali) hanno finito col rivestire nell’immaginario collettivo e nella vulgata giornalistica dei nostri giorni. Quando il blogging sale in cattedra.

La caduta degli dei

Phastidio.net

C’erano una volta gli hedge funds, mitologici strumenti d’investimento che affermavano di poter garantire ai propri fortunati sottoscrittori rendimenti positivi, costanti e regolari, sotto qualsiasi condizione di mercato. Rialzi o ribassi degli indici dei mercati finanziari per loro pari erano: il guadagno arrivava comunque, grazie ad un bouquet di strategie d’investimento diversificate, differenziate e (soprattutto) decorrelate dall’andamento dei mercati. Del tutto scontato, quindi, il fatto che questi veicoli d’investimento richiedessero una remunerazione molto sostanziosa. Oltre alle commissioni di ingresso ed a quelle di gestione, era prevista una commissione d’incentivo, in media pari al 20 per cento della misura in cui l’hedge fund batteva il benchmark di riferimento. Poi, sulla verde vallata degli hedge fund, si abbatté la sciagura dei mutui subprime, ed il credit crunch da essi scatenato, e l’incantesimo si ruppe.

E’ di ieri la notizia che, nel mese di agosto, la quasi totalità delle strategie d’investimento attuate dagli hedge funds hanno perso denaro. Secondo Hedge Fund Research (HFR), dei venti indici giornalieri espressivi della performance di altrettante strategie di hedge funds, solo uno ha fatto segnare una variazione mensile positiva. Per contro, il Global Hedge Fund Index, che include una varietà di strategie, inclusa la celeberrima long-short, ha perso in agosto il 2,55 per cento. Nel secondo trimestre di quest’anno gli investitori hanno riversato negli hedge funds la cifra monstre di 41 miliardi di dollari, portando il totale dell’industria a 1.670 miliardi alla fine di giugno. Di questi 41 miliardi, circa un terzo sono stati impegnati in strategie long-short, che consistono essenzialmente nell’acquistare azioni considerate sottovalutate e vendere allo scoperto azioni ritenute sopravvalutate.

Il problema dell’industria degli hedge, secondo molti osservatori esterni, risiede nell’effetto-gregge causato dalle strategie di investimento perseguite da gestori che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno un comune retroterra professionale (spesso anche accademico), e tendono quindi a comportarsi in modo identico, polarizzando i mercati.

Come finirà? E’ presto per dirlo, ma il mese di agosto ha segnato la fine del mito dell’hedge fund che guadagna “con ogni clima”, cioè la verosimile fine di strutture commissionali particolarmente esose. Altro idolo infranto sono le agenzie di rating. Ne abbiamo già scritto, evidenziando gli errori di assegnazione di rating eccessivamente elevati rispetto alle caratteristiche di emittenti ed emissioni, oltre alla sottovalutazione della probabilità di manifestarsi di condizioni “estreme” sui mercati, alla sostanziale superficialità nell’assunzione delle variabili di scenario e della loro evoluzione.

L’ultima picconata alla credibilità delle agenzie di rating viene dall’analisi di una società indipendente specializzata in analisi e strategia della struttura di capitale. Secondo CreditSights, il rating di tripla A, cioè di massima affidabilità creditizia, attribuito a strutture complesse denominate CPDO (Constant Proportion Debt Obligation), sarebbe frutto di clamorosi errori metodologici da parte delle Agenzie (o forse di qualcosa d’altro, più attinente al dolo che alla colpa), che hanno finito con l’assegnare il massimo merito creditizio a strutture basate sulla logica della martingala, cioè all’aumento della scommessa al verificarsi di una perdita sulla base dell’assunto che, statisticamente, non si può continuare a perdere al ripetersi della scommessa. E così, ad ogni default di aziende inserite nell’indice, il gestore del CPDO aumenta la leva finanziaria (cioè l’indebitamento), per recuperare le perdite, e così via fino alla rovina. Una follia di cui stanno pagando le conseguenze gli investitori che hanno acquistato tranche di CPDO rassicurati dal rating di tripla A, e che oggi si trovano con perdite dell’ordine del 70 per cento.

L’estate del 2007 sarà ricordata come quella della caduta degli dei della finanza e della loro millantata onniscienza. La prossima volta che entrerete nella vostra banca e vi sarà messa in mano la solita brochure patinata che magnifica i prodotti “a controllo del rischio”, ricordatevi di questo post.

L’Impero dei mutui - gli USA affondano

La crisi dei mutui subprime attualmente in corso sui mercati finanziari internazionali, e lungi dall’essere conclusa, sta sollevando alcune interessanti problematiche, destinate forse a rimettere in discussione la leadership statunitense nella statuizione delle “regole del gioco” sui mercati globali. Come ha scritto di recente il New York Times, politici, regolatori e specialisti finanziari fuori dagli Stati Uniti stanno cercando un ruolo nella supervisione di mercati, banche ed agenzie di rating statunitensi, dopo il crac dei subprime. L’argomentazione è lineare: gli Stati Uniti esportano prodotti finanziari, ma le perdite inflitte agli investitori di tutto il pianeta suggeriscono che i regolatori americani hanno fallito nel monitorare ed allertare gli investitori sui rischi.

La prima iniziativa volta a mettere “sotto tutela” le agenzie di rating è venuta dal presidente francese Sarkozy, che tenterà di far passare la propria dichiarazione di principio (ed evidentemente anche le prime linee guida) di una “armonizzazione” della supervisione regolatoria dei mercati. Ma Sarkozy non è isolato: la Germania vuole la nazionalizzazione delle agenzie di rating e migliori prassi di disclosure sulle strutture complesse di debito (come i CDO), i cinesi chiedono l’introduzione di standard per le asset-backed securities. A torto o a ragione, è diffuso il convincimento che questa crisi abbia segnato la fine del paradigma “unipolare” (ed unilaterale) di regolamentazione delle attività finanziarie internazionali, e che si stia andando verso una sua “multilateralizzazione” in seno ad istituzioni internazionali, dove gli Stati Uniti siano una delle componenti e non più l’entità che detta gli standard a cui il resto del pianeta si uniforma per prassi e riflesso dei rapporti di potere internazionale.

Come reagiranno gli Stati Uniti di fronte a questo attacco concentrico? Al momento, assistiamo a reazioni “tradizionali”, con la riaffermazione del principio secondo il quale occorre minore e non maggiore regolamentazione, oltre alla difesa di quella forma di orgoglio patriottico e para-nazionalistico noto come “eccezionalismo” statunitense. Non conosciamo la reale portata di questa crisi, che ipotizziamo comunque ampia e destinata a trasmettersi all’economia reale attraverso una restrizione generalizzata degli standard creditizi, ma non dobbiamo dimenticare che gli Stati Uniti sono ormai da tempo un “importatore strutturale” di capitali, a causa del crescente deficit delle partite correnti, e ciò potrebbe rappresentare una leva strategica per i non residenti per indurre le istituzioni finanziarie americane a più miti consigli, soprattutto ove si affermasse pienamente l’evoluzione dei modelli di sviluppo delle grandi economie emergenti dall’export ai consumi domestici.

Da molto tempo gli analisti di relazioni internazionali ipotizzano che gli Stati Uniti potrebbero vedere seriamente indebolita la propria leadership globale a causa dell’atteso riequilibrio del deficit delle partite correnti, che i libri di testo materializzano attraverso un aggiustamento internazionale di portafoglio, con conseguente deprezzamento del cambio e rialzo dei rendimenti di mercato espressi in dollari. Oggi, possiamo ipotizzare che tale indebolimento geostrategico potrebbe concretizzarsi anche attraverso la perdita di potere nella definizione degli standard internazionali sui mercati finanziari. Dopo l’overstretching militare iracheno, siamo di fronte ad uno stress da debito e finanziarizzazione. Il tempo dirà se siamo entrati o meno nell’era del ridimensionamento dell’impero americano, ridotto a “impero dei mutui”.

i had a dream. vaffanculo.





Silvio Berlusconi per il Vaffanculo day





giovedì, settembre 06, 2007

killer di giustizia. free sergio nardelli.

Sergio Nardelli si incatenerà mercoledi 12 settembre davanti al Tribunale dei Minori di Taranto: da anni, nonostante non abbia commesso alcunché, è impedito a vedere i propri figli.

A impedirglielo, una serie infinita di false accuse, smontate dopo lunghi e costosi anni di difesa giudiziale. Nonostante sia stata conclamata dal tribunale penale l'infondatezza delle accuse, ancora Sergio Nardelli e i suoi figli non sono liberi di vivere insieme, ne di frequentarsi.

Vive dunque privato di un diritto costituzionale: occuparsi di coloro che si è messi al mondo.

Di conseguenza, i suoi figli subiscono, da anni, e per colpa di una giustizia che dichiara di agire nel loro supremo interesse, una lesione ai propri diritti: una lesione che diversi Tribunali hanno sentenziato come danno risarcibile: il diritto ad avere un padre.

Sergio Nardelli lotta per un Diritto Civile, che gli viene negato.

Non rientra nel diritto di alcun stato libero e democratico il dominio sulla vita dei cittadini, che non possono essere incarcerati o privati della liberta' senza reali e gravi motivi.

Appoggiamo la sua battaglia, che si aggiunge a tante altre violazioni dei diritti costituzionali. L'indifferenza e l'arroganza delle istituzioni di fronte a queste situazioni, sta pericolosamente incrinando le fondamenta stesse dello stato italiano.

Sergio chiede a tutti di mandare - a partire dal 12 settembre 2007 - una email al seguente indirizzo: tribmin.taranto@giustizia.it

leggi anche killer di giustizia. free sergio nardelli.

martedì, settembre 04, 2007

uno statomafia sinistro

ilGiornale.it - Chiamparino: assumiamo i lavavetri Cdl e imprese: schiaffo ai disoccupati - n. 208 del 04-09-2007

E' durato poco l'efficientismo dirigista postolimpionico del Chiamparino, che si era tuffato a studiare l'ordinanza "semafori puliti" del sindaco di Firenze. Colta al volo la boutade di quel creativo che e' Boglione, "assumiamoli i lavavetri, che ci vuole?" il Chiampa si ributta sulla cloche aggiungendo frettolosamente: "ma si, bella idea, possiamo coinvolgere Confinduntria e risolviamo il problema, senza fare i cattivi" (magari ci prendiamo pure qualche voto in piu') avra' anche pensato a voce alta...

Son questi i lapsus freudiani che mettono a nudo la mentalita' di sinistra. Belle parole al vento sulla legalita' e sulle regole. Ma alla fine, si assumono sempre gli amici degli amici, per fare un favore qui in cambio di un altro la... un ti faccio sapere questo cosi' mi fai sapere questo e ci regoliamo... insider trading nepotista, con sfrisin di aggiotaggio e do-ut-des alla romana. La sinistra c'ha le mani in pasta per vocazione, come i fratelli la cozza dell'amico Chiambretti, che almeno lui la prende sul ridere con la consueta dose di autoironia.

"Volemose bene e famo tutti i lavavetri."
si narra dicesse il sindaco di trastevere nell'ebbrezza del premierato in pectore.


Chiamparino: assumiamo i lavavetri Cdl e imprese: schiaffo ai disoccupati
di Paolo Bracalini - martedì 04 settembre 2007

L’impressione è che da un granello di sabbia sia partita una tempesta e che ora il sindaco di Torino si trovi a difendere una proposta in cui neppure lui crede per davvero. Ricapitoliamo: l’altro giorno sulla Stampa Marco Boglione, il patron di Robe di Kappa, marchio torinese di abbigliamento sportivo, lancia la provocazione: «Quanti saranno i lavavetri in città? Sessanta? Settanta? Allora potremmo assumerli! Tanto è gente abituata ad alzarsi presto e a lavorare duro».

Ora, finché era un imprenditore a dirlo poteva sembrare una boutade, ma quando ieri Sergio Chiamparino ha avallato la «soluzione» del problema lavavetri il caso è diventato politico. «Ma sa che è una buona idea», confidava il sindaco di Torino al cronista del quotidiano torinese.

Avrebbe anche un’idea su come farlo, il primo cittadino diessino: realizzare un bando di concorso mirato, attraverso la mediazione dell’Unione industriale, per assumere cento lavavetri come interinali. Un’idea lanciata lì così. Ma l’effetto è stato dirompente, tanto che lo staff del sindaco ieri cercava di smorzare la cosa, riducendo il tutto a una battuta rubata e trasformata poi dalla stampa in una proposta politica da contrapporre a quella «legalista» del sindaco di Firenze. «Il sindaco si rende perfettamente conto della difficoltà di metterla in pratica, non smentisce quanto ha detto ma non vuole tornare più sull’argomento» chiarivano gli uomini vicini al «Chiampa». Nessuna intervista al Tg1, né al Tg5, dunque, entrambe rifiutate dal sindaco per non agitare ulteriormente le acque.

E l’Unione industriale, tirata in ballo dal diessino? Pronta a prendere le distanze dal progetto chiampariniano: «Dietro ai lavavetri ci sono racket malavitosi - precisa Alberto Tazzetti, presidente Ui Torino -. È indispensabile intervenire, prima, per ripristinare la legalità e affrontare poi il problema occupazionale, in termini paritetici con tutti i disoccupati italiani». In altre parole, Chiamparino pensi ai giovani torinesi senza posto di lavoro e alla legalità, prima di uscirsene con idee fantasiose.


Ma la macchina ormai era in moto, con conseguenti plausi della sinistra e stoccate dal centrodestra.

Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Rifondazione) che loda il sindaco («bravo Chiamparino, finalmente dopo le ordinanze propagandiste torna un po’ di buon senso.
Integrare e non emarginare deve essere la strada maestra su cui muoversi nelle città»), a cui risponde la Lega Nord che spara a zero: «Trovata sconcertante - commenta l’eurodeputato Mario Borghezio -. Un bel posto di lavoro per tutti i vu’ lavà, evidentemente come premio ai responsabili di questi comportamenti incivili! Ai disoccupati torinesi, ivi compresi quelli espulsi a migliaia dalla Fiat, non resterà che assistere a questa ennesima discriminazione razzista».

E Forza Italia con il coordinatore piemontese Guido Crosetto che aggiunge: «È un’assurdità, se servono persone assumano quelle di cui hanno bisogno. Altrimenti domani mattina ne troviamo 10mila di lavavetri a Torino, diventa più comodo dell’ufficio di collocamento. Vorrà dire che consiglierò a tutti quelli che cercano lavoro di venire sotto un semaforo qui».

E mentre a Firenze finiva in un flop il sit-in della sinistra radicale contro l’ordinanza «anti-lavavetri», sul forum della Stampa i lettori si scatenavano. «È una proposta vergognosa, un vero insulto per chi cerca lavoro e magari ha fatto un sacco di sacrifici per portarsi a casa un diploma o una laurea». «Se per avere un lavoro i nostri giovani devono andare agli incroci con secchio e spugna, siamo finiti proprio in basso». «Schersuma nen», non scherziamo scrive un altro in dialetto. Un suggerimento al sindaco? Arriva da un lettore: «Un Centro formazione lavavetri (Cfl), utile per l’acquisizione di titoli nelle liste di assunzione del Comune di Torino, con tirocinio di almeno 30 giorni presso i più rinomati semafori della città».